Caritas internationalis in aiuto alla popolazione congolese attaccata dai ribelli ugandesi
◊ Oggi, la Caritas Internationalis ha iniziato la distribuzione di generi non alimentari (stoviglie, vestiti, contenitori d’acqua e teloni per proteggersi) a circa cinquemila famiglie delle zone di Doruma, Faradje, Dungu e Isiro, nel nord della Repubblica democratica del Congo, dove nei giorni di Natale i ribelli ugandesi dell’Esercito di liberazione del Signore (Lra) hanno attaccato la popolazione. Nei prossimi giorni, come riporta l’agenzia Fides, l’organizzazione internazionale porterà soccorso ad altre cinquemila persone. Nel periodo festivo, si calcola che i ribelli abbiano massacrato circa 400 persone a colpi di machete, bruciato villaggi e rapito bambini per arruolarli nelle proprie fila: “I racconti dei sopravvissuti sono spaventati – ha detto il portavoce di Caritas Congo, Guy-Marin Kamandji – gli abitanti dei villaggi sono scappati senza portare nulla con sé e la Caritas garantisce una risposta alle necessità di coloro che sono stati costretti alla fuga il giorno di Natale e nei giorni successivi”. A Natale a Faradje sono stati saccheggiati la parrocchia, l’ospedale, i negozi e diverse abitazioni; tra le vittime si contano anche il direttore dell’ospedale e sua figlia. La Conferenza episcopale congolese ha riferito che la penetrazione dei ribelli ugandesi in Congo è iniziata nel 2005 in maniera pacifica, ma a partire dallo scorso settembre è sfociata nel sangue, trasformandosi in una vera e propria guerriglia. Anche Benedetto XVI, dopo l’Angelus del giorno dell’Epifania, ha rivolto un “pensiero speciale” alle “decine di bambini e ragazzi che sono stati sequestrati dalle bande armate nella Repubblica democratica del Congo”. (R.B.)

RD del Congo: allarme ebola, misure di sicurezza dei Paesi confinanti
◊ L’epidemia di ebola, la terribile febbre emorragica con indice di mortalità pari al 95%, in corso nella provincia di Kasai, al centro della Repubblica democratica del Congo, ha fatto aumentare le misure di sicurezza da parte dei Paesi confinanti, in modo da non far fuoriuscire il virus dal territorio congolese. Negli ultimi due mesi, secondo quanto riportato dall’agenzia Misna, nella provincia del Congo occidentale, si sono registrati infatti 13 decessi e ben 42 contagi dovuti a ebola. Se l’Angola ha già chiuso la frontiera per evitare il pericolo, la Tanzania ha appena inviato operatori sanitari nelle zone a rischio, e precisamente le regioni di Mbeya, Kagera, Rukwa, Kigoma e Mwanza, avviando programmi d’informazione e prevenzione presso la popolazione. Quanto all’ex Zaire, il Paese è ciclicamente teatro di epidemie di ebola: il virus allungato che attacca il sistema nervoso centrale, infatti, proprio qui venne isolato per la prima volta nel 1976 da ricercatori tedeschi. Il nome stesso, ebola, deriva dall’omonimo fiume, nella regione dell’Equatore. (R.B.)

Africa: progressi nell'istruzione, ma ancora sono 160 milioni gli analfabeti
◊ Sono almeno 160 milioni gli adulti analfabeti in Africa, due terzi dei quali donne: lo ha detto il direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (Unesco) Koichiro Matsuura intervenendo alla cerimonia per i festeggiamenti del centenario del King’s College di Lagos (Nigeria), una delle principali istituzioni educative dell’intera Africa occidentale. Matsuura - riferisce l'agenzia Misna - ha però sottolineato i recenti progressi del continente in materia di istruzione, dove si è registrato un aumento del 42% dell’accesso alle scuole primarie e secondarie, evidenziando comunque come le sfide ancora aperte (a cominciare dall’analfabetismo) debbano essere individuate come priorità dalle Nazioni Unite e dai governi del continente, dal momento che rappresentano uno dei principali freni allo sviluppo. Il segretario dell’Unesco ha poi indicato come altre sfide nel settore dell’istruzione l’ineguaglianza di possibilità fornite alle donne e la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento. Anche per questo, Matsuura ha chiesto alle grandi compagnie internazionali che negli ultimi anni hanno moltiplicato i loro volumi di affari con i paesi africani di destinare parte dei loro utili al finanziamento dell’educazione in Africa attraverso istituzioni terze. (R.P.)

Kenya: ancora nessuna notizia certa sulle suore rapite
◊ Nessuna novità rilevante su Caterina Giraudo, 67 anni, e Maria Teresa Oliviero, 60, le suore missionarie del movimento ‘De Foucauld’ rapite in Kenya la notte tra il 9 e il 10 novembre 2008 da un commando guerriglieri somali. Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, il parlamentare Margherita Boniver, inviata per una missione di due giorni in Kenya dal ministro degli Esteri Franco Frattini, non ha confermato che giorni fa, ci sarebbero stati contatti con le due religiose, fatto che faceva sperare in una ripresa delle trattative da parte dei rapitori, dopo la fase di stallo della metà di dicembre. Tuttavia, l’ambasciatore italiano in Kenya, Pierandrea Magistrati, ha assicurato che, compatibilmente con la loro età e con le condizioni in cui hanno vissuto negli ultimi 25 anni, le due suore starebbero bene. Il ministro dell’Interno kenyano, George Saitoti, avrebbe rivelato a Margherita Boniver di aver pensato a un blitz armato per liberare le due sorelle, ipotesi abbandonata in seguito alla valutazione dei rischi connessi con l’operazione. Prima di lasciare il Paese, Boniver ha tenuto a sottolineare la gravità della vicenda, divenuta ormai intollerabile, e della situazione nell’area: “Il problema – ha spiegato – è che in Somalia ci sono segnali inquietanti che possa precipitare in una Repubblica islamica, il che preoccupa non poco i Paesi confinanti”. (R.B.)