In Myanmar il governo chiude le case di preghiera di cristiani e musulmani
◊ Il regime militare dispone il blocco dei riti e delle preghiere in edifici privati e abitazioni. Chi non si attiene alle nuove disposizioni subirà il sequestro del locale e “seri provvedimenti”. Da tempo la giunta non rilascia permessi per la costruzione di luoghi di culto. Il governo birmano ha disposto il blocco dei riti e delle preghiere in edifici privati e abitazioni. Chi non si attiene alle nuove disposizioni subirà il sequestro del locale e “seri provvedimenti”. Secondo fonti locali, il Ministero per gli affari religiosi ha ordinato ai proprietari dei locali di sottoscrivere un accordo in cui “vengono messi al bando i gruppi di preghiera e i servizi religiosi all’interno degli edifici”. “Di recente – aggiungono le fonti – alcuni incaricati del ministero hanno convocato i proprietari di edifici privati usati come case di preghiera e hanno consegnato un ordine in cui se ne proibisce l’uso come luogo di culto”. La fonte spiega inoltre che è proibito “riunirsi per pregare” o insegnare il catechismo e studiare il Corano. Quanti violeranno la disposizione, subiranno il “sequestro” o la “chiusura” dei locali. In Myanmar – sottolinea l’agenzia AsiaNews - il governo ha bloccato da tempo il rilascio di certificati di proprietà di terreni a organizzazioni religiose per la costruzione di chiese o luoghi di culto. La decisione ha spinto molti fedeli e pastori a riunirsi in luoghi privati, fra cui abitazioni private, che il più delle volte sono prese in affitto da terzi. In tutta Yangon ci sarebbero almeno 50 chiese domestiche. Un pastore di una chiesa protestante della cittadina di Pabedan – che chiede l’anonimato per ragioni i sicurezza – lamenta che ora “non si ha più un posto dove svolgere le funzioni della domenica”. “Dal 1990 – riferisce il pastore – le autorità non vendono terreni e non rilasciano autorizzazioni per la costruzione di chiese”. Un giovane fedele cristiano di Yangon chiarisce che circa “l’80% delle chiese sono incluse nel provvedimento. Solo una minima parte delle chiese possiede terreni di proprietà. Molte altre utilizzano edifici presi in affitto, case e uffici”. Musulmani, infine, non potranno più pregare o imparare i precetti del Corano nelle abitazioni. Si tratta di un bando che si somma al divieto di costruire moschee. In Myanmar il 90% dei fedeli è di religione buddista Theravada, il 5% è di fede cristiana e almeno il 4% sono di musulmani. (A.L.)
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