Una verità irrisolta

Una verità irrisolta
ispirazione quindi impegno

domenica 26 aprile 2009

La comunità cattolica cinese si prepara a celebrare il mese dedicato alla Madonna


◊ Grande fermento nella comunità cattolica cinese per l’approssimarsi del mese di maggio. Esso infatti coincide con il periodo di devozione verso la Madonna, molto sentito nel Paese. Saranno intensificati – informa Fides – i pellegrinaggi, le recite del Rosario, l’Adorazione e le preghiere mariane. Grazie all’iniziativa di Benedetto XVI, che nel 2007 ha indicato il 24 maggio, festa di Maria Aiuto dei Cristiani, come “Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa in Cina”, la celebrazione del mese di maggio è oggi ancor più significativa, costituendo un’occasione di particolare comunione per la Chiesa cinese al suo interno e con la Chiesa universale. Grande mobilitazione nella provincia dello Shaan, dove si trova il più popolare Santuario Mariano cinese, e nella parrocchia di Long Gang, nella zona di Wenzhou, che a Pasqua ha avuto 189 Battesimi e 157 Cresime e dove, grazie all’intensa attività cui è dedita, ogni anno giungono una sessantina di gruppi di pellegrini, soprattutto a maggio. Durante l’incontro preparatorio svoltosi il 22 aprile, il parroco e il comitato parrocchiale hanno deciso che “Sorriso, calore, pazienza, conoscenza e prontezza” saranno la parola d’ordine per accogliere i pellegrini in arrivo quest’anno. (S.G.)

A Taipei mostra per i 150 anni dell'evangelizzazione di Taiwan


◊ Paramenti liturgici prima e dopo il Concilio Vaticano II, un manoscritto del cardinale Paul Shan, calici antichi, quadri religiosi storici e tanti altri oggetti hanno contribuito ad allestire una ricca mostra dedicata ai 150 anni dell’evangelizzazione di Taiwan e intitolata "Il percorso della Storia". Promossa dall’Arcidiocesi di Taipei e realizzata dal Research Center for Liturgy della Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Fu Ren, l’esposizione è stata aperta contemporaneamente al solenne pellegrinaggio della Madonna di Wan Jin, altro evento centrale della celebrazione. Raccoglie e racconta, oltre alla storia dell'isola, il cammino specifico che, al suo interno, hanno percorso i cattolici. Alla sua realizzazione - informa Fides - hanno contribuito le tante congregazioni religiose attive a Taiwan. (S.G.)

Nuove iniziative della comunità salesiana in Giappone


◊ Il carisma di Don Bosco continua a contraddistinguere oggi l’opera di evangelizzazione del Paese del Sol Levante: i Salesiani della Provincia nipponica intitolata a “San Francesco Saverio” – primo evangelizzatore del Giappone – hanno lanciato il programma per le iniziative pastorali e missionarie nel nuovo anno, che qui si apre il primo aprile, sotto la guida del nuovo Ispettore Salesiano, don Aldo Cipriani. La comunità Salesiana è stata rallegrata di recente da nuove professioni perpetue e da nuovi ingressi di studenti e novizi nella comunità, segno dell’attrazione che il carisma di Don Bosco esercita ancora oggi in Oriente. Durante quest’anno – informa la Fides – un’attenzione specifica sarà dedicata all’opera di evangelizzazione nel mondo giovanile, attraversato da episodi che denotano sconforto, solitudine, desolazione e disperazione. I salesiani hanno di recente festeggiato il 75.mo anniversario del loro arrivo a Tokyo. Sin dall’inizio, si stabilirono nella zona di Arakawa, uno dei quartieri più poveri della città e la loro presenza a fianco degli ultimi è ancora oggi costante, a cominciare dall’opera in favore degli immigrati, un fronte su cui è molto attiva la parrocchia di Hamamatsu. (S.G.)

Il Guatemala ricorda oggi mons. Gerardi, ucciso undici anni fa


◊ Con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo della capitale del Guatemala, cardinale Rodolfo Quezada Toruño, si chiudono oggi le celebrazioni, iniziate lo scorso 21 aprile, per ricordare l’undicesimo anniversario dell’assassinio del vescovo ausiliare di Città di Guatemala mons. Juan Gerardi Conedera. Il presule fu ucciso nella sua casa, il 26 aprile 1998, due giorni dopo aver illustrato alla stampa i risultati del Rapporto interdiocesano “Recupero della memoria storica”, conosciuto come “Mai più!”. Il testo è un’accurata indagine, condotta per oltre tre anni, in cui con prove inconfutabili, si denunciano i fatti di violenza che insanguinarono il Paese durante i 36 anni di guerra civile, causando oltre 200 mila morti, il 93% dei quali da attribuire all’azione dell’Esercito e dei gruppi paramilitari. Nel 1996 la guerriglia dell’Unione rivoluzionaria nazionale guatemalteca (Urng) e il presidente Alvaro Arzù, che aveva vinto le elezioni 11 mesi prima, firmarono con la mediazione delle Nazioni Unite gli Accordi di pace che hanno messo fine al conflitto iniziato nel 1960. Il Paese era tornato al regime democratico dal 1985 anche in modo fragile e precario. In questi giorni la memoria di mons. Gerardi è stata onorata con numerosi eventi di carattere religioso, universitario, ecumenico e politico. In tutti si è sottolineato, anzitutto, il suo impegno sacerdotale esemplare a favore della riconciliazione fondata sulla verità, la giustizia e il perdono. Il 21 aprile scorso la settimana dedicata al ricordo di mons. Gerardi è stata inaugurata con l’apertura al pubblico della cripta dove riposa la salma del vescovo e la presentazione, nella parrocchia dedicata a San Sebastiano, di una mostra sul passato intitolata “Memoria viva”. Successivamente, si è svolto un convegno internazionale sul tema “educarsi perché non accada mai più”, in cui si è riflettuto soprattutto sulla condizione della pace alla luce del magistero pontificio. Presso l’Ufficio per i diritti umani dell’arcivescovato della capitale (Odhag), è stato presentato un libro dedicato ai 16 sindacalisti che rimasero vittime delle violenze incrociate durante gli anni del terribile conflitto, forse il peggiore dell’America Latina. Per l’omicidio brutale del vescovo ausiliare furono processate e condannate tre persone: il sacerdote Mario Orantes, il colonnello Byron Disrael Lima Estrada e suo figlio, il capitano Byron Lima. Oggi, nella cattedrale di Città del Guatemala, il cardinale Rodolfo Quezada Toruño presiederà una concelebrazione eucaristica per ricordare e onorare ancora una volta la memoria di questo illustre cristiano e sacerdote che non si sottrasse mai alla rischiosa ricerca della riconciliazione. In questi giorni il cardinale Quezada Toruño ha ricordato un pensiero del presule ucciso: “La sofferenza di Cristo nel suo corpo mistico è qualcosa che ci deve far riflettere. Se il povero rimane fuori della nostra vita, allora forse anche Gesù è fuori della nostra vita”. Il giorno dell’assassinio, undici anni fa, Papa Giovanni Paolo II esprimeva il suo dolore dicendo che si era trattato di “crimine esecrabile, che è costato la vita a un vero servitore della pace e a un infaticabile operatore di armonia tra tutti i settori della popolazione”. (L.B.)

Messico: sospese nella capitale le Messe a causa dell'influenza suina

Messico: sospese nella capitale le Messe a causa dell'influenza suina

◊ L'arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera Carrera, “preoccupato e rattristato per la situazione sanitaria che ha causato diverse vittime” colpite dall'influenza suina, ha annunciato la sospensione, a partire da questa domenica, e fino a nuovo ordine, di tutte le Messe in programma nell’arcidiocesi della capitale. “Sono sospese tutte le Messe fino a nuova disposizione” in tutte le parrocchie della città, si legge nel comunicato dell’arcivescovo trasmesso alla stampa ieri sera dal responsabile per le comunicazioni José de Jesùs Aguilar, con la precisazione che la decisione è stata presa in accordo con il ministero della Sanità. In concreto, la misura non implica la chiusura delle chiese per quei fedeli che intendano recarvisi a pregare. La Messa, tuttavia, spiega il comunicato, dovrà essere seguita via radio, grazie alle celebrazioni trasmesse da altre zone del Paese o dall'estero. Fino a qualche ora prima di questa disposizione, la Chiesa aveva evitato di sospendere le Messe in programma nella giornata di oggi, limitandosi a raccomandare ai fedeli a recarsi in chiesa con le mascherine per coprire bocca e naso. Il cardinale Norberto Rivera Carrera ricorda che è dovere dei pastori “la cura non solo della salute spirituale, ma anche di quella fisica”. Questa grave decisione, precisa il porporato, non esime i fedeli cristiani dall’adempiere il precetto dominicale e perciò si raccomanda di unirsi alla celebrazione eucaristica tramite la radio e la Tv nazionale e internazionale. D’altra parte l’arcivescovo chiede a tutti di rivolgere una particolare preghiera a Nostra Signora di Guadalupe affinché protegga tutti, in particolare le popolazioni delle zone a rischio come il Distretto federale. Infine, nel comunicato, il cardinale Rivera Carrera chiede a tutti di collaborare con le autorità del Paese adottando responsabilmente i comportamenti suggeriti e, al tempo stesso, ricorda ai parroci il loro dovere di assecondare queste raccomandazioni per il bene comune e di ogni cittadino. (A cura di Luis Badilla)

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I giovani palestinesi attendono con gioia la visita del Papa in Terra Santa


◊ Si avvicina il viaggio del Papa in Terra Santa e proprio nei giorni scorsi un gruppo di ragazzi palestinesi di Beit-Sahour, cittadina vicino a Betlemme, si è recato ad Andria, centro pugliese gemellato con Beit-Sahour. Poi il trasferimento a Roma e l’incontro con Benedetto XVI all’Udienza Generale. Li ha accompagnati, in questo tour italiano, padre Faysal Hijazen. Al sacerdote Giancarlo La Vella ha chiesto come i giovani palestinesi stanno vivendo questo difficile momento della crisi con Israele:

R. – Un vivere difficile: ai giovani manca la libertà, c’è il muro che chiude tutto. E’ una situazione difficile quella dei palestinesi che non possono andare in Israele o a Gerusalemme. Non possono nemmeno trasferirsi con facilità da una città all’altra: da Betlemme a Ramallah ci sono cinque checkpoint per poter arrivare. In parrocchia proviamo a fare moltissime attività per loro.


D. – Con quale spirito questa realtà giovanile, e non solo, attende l’arrivo del Papa?


R. – I nostri giovani lo aspettano con grande gioia; aspettano, con la sua presenza, di approfondire la fede. Siamo una minoranza nel Paese: in Giordania siamo il due per cento, in Palestina solo l’uno per cento ed in Israele il due per cento. Dunque, come un piccolo gregge, abbiamo bisogno di un conforto e il nostro Papa ci aiuterà. Vogliamo che il Papa parli della pace, il popolo palestinese chiede i suoi diritti di avere il suo stato come c’è lo stato israeliano. Vogliamo che questi due popoli vivano in pace.


D. – C’è una parte palestinese che però avanza queste richieste attraverso il lancio di missili, attraverso il terrorismo…


R. – Noi diciamo: “La forza non arriverà mai ad avere la pace”. Anche l’ingiustizia non porterà mai alla pace. Dunque, noi chiediamo alla comunità internazionale, all’Onu, alla Comunità europea, di spingere gli israeliani ed i palestinesi ad arrivare veramente ad una soluzione reale che piace a tutti, affinché ciascuno possa vivere nel suo Stato con tutta la sua libertà.


D. – Il Papa, più di una volta, già in passato, ha rivolto un appello per la pace per il Medio Oriente, per la Terra Santa. Con quale spirito, la comunità cattolica riceve questi pensieri del Papa?


R. – Lo apprezziamo molto perché il Vaticano è sempre stato a favore della pace in Palestina. Apprezziamo che sia Benedetto XVI, sia Papa Giovanni Paolo II, abbiano parlato tanto per realizzare questa pace. Il Papa l’ha già detto tante volte.


D. – In questo caso, siete voi pastori che dovete agire in prima persona, diffondere il Vangelo, sia pure con le difficoltà di diffonderlo in un luogo dove ci sono altre due religioni preponderanti…


R. – La religione cristiana è una religione che spinge verso la pace: amare il nemico ma senza negare i propri diritti. Dunque noi non abbiamo nessun problema con gli israeliani, non abbiamo nessun problema con i palestinesi musulmani. Spingiamo verso la tolleranza, verso il dialogo e, come ha detto Giovanni Paolo II, abbiamo bisogno di ponti, non di muri; vogliamo creare ponti di fratellanza, ponti di giustizia, ponti che si basano sui diritti umani della persona, sia israeliana che palestinese. Vogliamo un riconoscimento reciproco tra il popolo palestinese ed il popolo israeliano.

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venerdì 10 aprile 2009

Venerdì Santo 2009: 10 aprile

MEDITAZIONI E PREGHIERE DI
Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor
THOMAS MENAMPARAMPIL, S.D.B
Arcivescovo di Guwahati (India)

Anche nella nostra Parrocchia queste meditazioni sono state lette con momenti di silenzio per la meditazione.

Riporto qui il Link per chi vuole approfondirne il contenuto