◊ Con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo della capitale del Guatemala, cardinale Rodolfo Quezada Toruño, si chiudono oggi le celebrazioni, iniziate lo scorso 21 aprile, per ricordare l’undicesimo anniversario dell’assassinio del vescovo ausiliare di Città di Guatemala mons. Juan Gerardi Conedera. Il presule fu ucciso nella sua casa, il 26 aprile 1998, due giorni dopo aver illustrato alla stampa i risultati del Rapporto interdiocesano “Recupero della memoria storica”, conosciuto come “Mai più!”. Il testo è un’accurata indagine, condotta per oltre tre anni, in cui con prove inconfutabili, si denunciano i fatti di violenza che insanguinarono il Paese durante i 36 anni di guerra civile, causando oltre 200 mila morti, il 93% dei quali da attribuire all’azione dell’Esercito e dei gruppi paramilitari. Nel 1996 la guerriglia dell’Unione rivoluzionaria nazionale guatemalteca (Urng) e il presidente Alvaro Arzù, che aveva vinto le elezioni 11 mesi prima, firmarono con la mediazione delle Nazioni Unite gli Accordi di pace che hanno messo fine al conflitto iniziato nel 1960. Il Paese era tornato al regime democratico dal 1985 anche in modo fragile e precario. In questi giorni la memoria di mons. Gerardi è stata onorata con numerosi eventi di carattere religioso, universitario, ecumenico e politico. In tutti si è sottolineato, anzitutto, il suo impegno sacerdotale esemplare a favore della riconciliazione fondata sulla verità, la giustizia e il perdono. Il 21 aprile scorso la settimana dedicata al ricordo di mons. Gerardi è stata inaugurata con l’apertura al pubblico della cripta dove riposa la salma del vescovo e la presentazione, nella parrocchia dedicata a San Sebastiano, di una mostra sul passato intitolata “Memoria viva”. Successivamente, si è svolto un convegno internazionale sul tema “educarsi perché non accada mai più”, in cui si è riflettuto soprattutto sulla condizione della pace alla luce del magistero pontificio. Presso l’Ufficio per i diritti umani dell’arcivescovato della capitale (Odhag), è stato presentato un libro dedicato ai 16 sindacalisti che rimasero vittime delle violenze incrociate durante gli anni del terribile conflitto, forse il peggiore dell’America Latina. Per l’omicidio brutale del vescovo ausiliare furono processate e condannate tre persone: il sacerdote Mario Orantes, il colonnello Byron Disrael Lima Estrada e suo figlio, il capitano Byron Lima. Oggi, nella cattedrale di Città del Guatemala, il cardinale Rodolfo Quezada Toruño presiederà una concelebrazione eucaristica per ricordare e onorare ancora una volta la memoria di questo illustre cristiano e sacerdote che non si sottrasse mai alla rischiosa ricerca della riconciliazione. In questi giorni il cardinale Quezada Toruño ha ricordato un pensiero del presule ucciso: “La sofferenza di Cristo nel suo corpo mistico è qualcosa che ci deve far riflettere. Se il povero rimane fuori della nostra vita, allora forse anche Gesù è fuori della nostra vita”. Il giorno dell’assassinio, undici anni fa, Papa Giovanni Paolo II esprimeva il suo dolore dicendo che si era trattato di “crimine esecrabile, che è costato la vita a un vero servitore della pace e a un infaticabile operatore di armonia tra tutti i settori della popolazione”. (L.B.)
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