Una verità irrisolta

Una verità irrisolta
ispirazione quindi impegno

lunedì 13 dicembre 2010

VATICANO - Verso la canonizzazione del beato mons. Conforti, fondatore dei Missionari Saveriani

VATICANO - Verso la canonizzazione del beato mons. Conforti, fondatore dei Missionari Saveriani
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione di alcuni Decreti, il primo dei quali riconosce un miracolo attribuito all’intercessione del Beato Guido Maria Conforti, fondatore dei Missionari Saveriani. “Il prossimo passo – scrive p. Rino Benzoni, Superiore Generale dei Missionari Saveriani - sarà il Concistoro pubblico in cui il Papa chiederà l’opinione dei Cardinali per la canonizzazione del Beato, definendone anche la data. Ringraziamo il Signore di questo fatto ‘per noi argomento non dubbio della santità ed opportunità della Istituzione alla quale abbiamo dato il nome’ (LT 1), oltre che della grandezza del nostro Padre e Fondatore Mons. Guido M. Conforti. Ci prepariamo fin d’ora al grande evento con la preghiera ma soprattutto con un rinnovato impegno per la nostra stessa santificazione nella fedeltà crescente alla missione che il Signore ci ha trasmesso attraverso Mons. Conforti.”
Guido M. Conforti nacque vicino a Parma il 30 marzo 1865. Entra in seminario a 11 anni, una seria malattia mette in forse la sua ordinazione e gli preclude la vocazione missionaria. Sostenuto dal rettore Don Andrea Ferrari (in seguito Cardinale Arcivescovo di Milano, beatificato nel 1987), nel 1888 è ordinato sacerdote. Non ancora trentenne è nominato Vicario generale. Nel 1895, incoraggiato dal suo Vescovo e dal prefetto di Propaganda Fide, fonda la Congregazione di S. Francesco Saverio per le Missioni Estere (Missionari Saveriani). Nel 1899 invia in Cina i primi due missionari. Nel 1902, a 37 anni, è Arcivescovo di Ravenna, incarico che lascia per gravi problemi di salute nel 1904. Nel 1907 Pio X lo nomina Vescovo di Parma, diocesi che guiderà per 24 anni.
Svolge nel contempo una grande attività per sostenere il crescente spirito missionario della Chiesa Italiana. Nel 1916 collabora con Padre Manna alla fondazione della Pontificia Unione Missionaria del Clero di cui diviene il primo presidente. Invia vari missionari in Cina dove egli stesso si reca in visita nel 1928. Muore a Parma il 5 novembre 1931. Viene beatificato a Roma il 17 marzo 1996. I Missionari Saveriani, nati con l'unico scopo di annunciare il Vangelo a chi ancora non lo conosce, sono attualmente 832 (di cui 652 sacerdoti) presenti in 173 comunità. (S.L.) (Agenzia Fides 13/12/2010)

venerdì 10 dicembre 2010

Il grande esodo verso la Chiesa cattolica

di Andrea Tornielli
07-12-2010

C’è voluto un anno esatto, ma ora i primi frutti si cominciano a vedere. Lo scorso 8 novembre, infatti, cinque vescovi anglicani hanno reso nota la loro decisione di entrare in comunione con la Chiesa cattolica secondo le modalità previste dalla Costituzione Anglicanorum coetibus, promulgata da Benedetto XVI proprio un anno fa. Domenica 19 settembre, incontrando i vescovi britannici nella cappella dell’Oscott College a Birmingham, il Papa aveva accennato alla Costituzione, definendola «un gesto profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo di ogni attività ecumenica: la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco scambio di doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per noi tutti».

Qualche settimana dopo quell’auspicio è diventato realtà. I cinque presuli anglicani sono il vescovo di Ebbsfleet, Andrew Burnham; il vescovo di Richborough, Keith Newton (le cui diocesi sono suffraganee dell’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams); il vescovo di Fulham e ausiliare di Londra John Broadhurst, e i vescovi emeriti Edwin Barnes e David Silk, attualmente assistenti onorari dei vescovi di Winchester ed Exeter. Insieme a loro intendono entrare nella comunione con la Chiesa cattolica circa cinquecento fedeli.

Le motivazioni della loro decisione sono le stesse che negli ultimi anni hanno provocato tensioni e divisioni all’interno della comunione anglicana, mettendo sempre più a disagio l’ala più fedele alla tradizione: vale a dire le svolte «liberal» della comunità anglicana, l’ultima delle quali è la decisione di aprire alle donne l’accesso all’episcopato.

Il passaggio formale, con la costituzione di un nuovo Ordinariato anglo-cattolico avverrà all’inizio del 2011. I cinque vescovi anglicani, essendo tutti sposati, non potranno essere nuovamente consacrati vescovi nella Chiesa cattolica, saranno invece ordinati sacerdoti. Com’è noto, la Santa Sede ha dei dubbi sulla continuità della successione apostolica nella Chiesa anglicana e dunque sulla validità delle ordinazioni anglicane: per questo preti e vescovi che in passato si sono individualmente avvicinati al cattolicesimo, come ora coloro che costituiranno un ordinariato, devono essere nuovamente ordinati. Uno dei cinque ex vescovi anglicani dovrà svolgere la funzione di ordinario. E dunque, pur diventando soltanto prete cattolico e non vescovo, a motivo del suo matrimonio, svolgerà di fatto funzioni vescovili per quanto riguarda la giurisdizione: sarà cioè a tutti gli effetti a capo dell’ordinariato, farà parte della conferenza episcopale cattolica inglese, sarà l’autorità referente per la Santa Sede.

La novità più significativa sarà questa: per la prima volta entrerà a far parte di una conferenza episcopale di una Chiesa cattolica di rito latino un ordinario sposato. Com’è noto, il clero uxorato esiste già nella Chiesa cattolica, nelle comunità orientali in comunione con Roma. Nella Chiesa cattolica di rito latino esistono dei singoli casi di ex pastori o ex preti anglicani che sono approdati al cattolicesimo e sono stati ordinati sacerdoti pur non essendo celibi. Ora per la prima volta questo avverrà anche per un ordinario, un prete che pur non essendo vescovo, avrà alcuni dei poteri vescovili. Ciò non va considerato come una rinuncia della Chiesa alla legge del celibato, la cui validità anche di recente Benedetto XVI ha riaffermato e che sarà fatta valere anche per i futuri preti anglo-cattolici.

Molte altre comunità anglicane del mondo si stanno muovendo per creare ordinariati, come si legge in un documento del primate della TAC, la Traditional Anglican Communion, che annuncia la richiesta di istituirne uno in Australia. Nel documento, oltre a invitare alla preghiera per il Papa, il primate della TAC, John Hepworth, spiega che nuovi ordinariati nasceranno negli Stati Uniti, dove già 51 preti anglicani hanno chiesto di entrare nella piena comunione con la Chiesa cattolica. Su questa scia si muovono anche vescovi a Puerto Rico e nell’america centrale, tre vescovi anglicani canadesi (seguiti da 43 preti) e si segnalano richieste anche in Giappone.

Ora è certo, la Madonna è apparsa negli Stati Uniti

di Massimo Introvigne
10-12-2010

Il decreto di approvazione – letto dal vescovo diocesano nella data molto significativa dell’8 dicembre 2010 – delle apparizioni della Madonna a Champion, nel Wisconsin, avvenute nel 1859, costituisce un evento storico: si tratta della prima apparizione mariana che l’autorità ecclesiastica riconosce negli Stati Uniti, dove ce ne sono state decine che la Chiesa non ha approvato o su cui mantiene riserve.

Il gesto di monsignor David Ricken, vescovo di Green Bay – una cittadina, di cui Champion è un sobborgo, nota a tutti gli americani soprattutto per la sua leggendaria e pluriscudettata squadra di football, i Green Bay Packers – s’inquadra in un clima diverso da quello di venti o trent’anni fa. Oggi le apparizioni mariane non solo sono oggetto di studi accademici rispettosi anche da parte di studiosi non cattolici ma sono state commentate dal Papa, nei suoi viaggi a Lourdes e a Fatima, con un’esegesi minuta dei testi e delle parole di solito riservata ai testi biblici. Anche la Chiesa americana è molto cambiata: dopo l’ubriacatura progressista e la crisi dei preti pedofili – che hanno portato molti ad abbandonare il cattolicesimo –, chi è rimasto si è spesso stretto intorno al Papa e al suo insegnamento, anche in materia di apparizioni mariane. Il vescovo di Green Bay ci assicura dunque che sì, la Madonna è stata in America.

È successo nel 1859, una data molto significativa perché segue di un anno le apparizioni di Lourdes. La veggente, come a Lourdes, è una ragazza povera, Adele Brise (1831-1896), nata in Belgio a Dion-le-Val, nel Brabante, figlia di immigrati e priva di un occhio che aveva perso in un incidente da bambina. A suor Pauline LaPlante (1846-1926), l’amica del cuore che darà vita con lei alla famiglia religiosa delle Bay Settlement Sisters, dove anche Adele diventerà suora dedicandosi all’educazione dei bambini di lingua francese fino alla morte, la giovane immigrata belga racconterà più volte i fatti.

Adele vide la Madonna, un’apparizione splendente vestita di bianco, due volte nella stessa settimana, la seconda la domenica 9 ottobre 1859, mentre attraversava una zona boschiva per recarsi alla Messa. Entrambe le volte si spaventò e scappò via, senza avere il coraggio di parlare all’apparizione. Dopo la Messa, il suo confessore la incoraggiò a chiedere alla signora vestita di bianco chi fosse. Così – sempre il 9 ottobre 1859 – tornando a casa, quando nello stesso posto le apparve di nuovo – per la terza volta – la signora, Adele trovò il coraggio d’iniziare un dialogo. La signora rivelò allora la sua identità: «Sono la Regina del Cielo che prega per la conversione dei peccatori, e desidero che tu faccia lo stesso. Hai ricevuto la Santa Comunione questa mattina e questo va bene, ma devi fare di più. Fai una confessione generale e offri la Comunione per la conversione dei peccatori. Se non si convertono e non fanno penitenza, mio Figlio si vedrà costretto a punirli».

A una ragazza che accompagnava Adele e che affermava di non vedere la signora, la Madonna rispose con le parole di Gesù all’apostolo Tommaso: «Beati coloro che credono senza vedere», aggiungendo: «Che fai qui in ozio mentre le tue compagne lavorano nella vigna di mio Figlio?». L’allusione era alle parrocchiane dell’area di Green Bay che iniziavano a riunirsi per insegnare il catechismo ai bambini, nucleo della futura famiglia religiosa. Ad Adele la Madonna raccomanda l’educazione: «Riunisci i figli di questo Paese selvaggio e insegna loro quello che dovrebbero sapere per salvarsi. Insegna loro il catechismo, come fare il segno della croce e come avvicinarsi ai sacramenti; è questo che voglio che tu faccia».

Le parole della Madonna a Champion s’inseriscono nella linea delle altre apparizioni mariane riconosciute dalla Chiesa, che formano un insieme coerente. Come a La Salette, la Madonna accenna a punizioni divine cui «mio Figlio si vedrà costretto» se i peccatori «non si convertono e non fanno penitenza». Come a Fatima, chiede le preghiere anzitutto degli umili e dei semplici per la conversione dei peccatori. Come nelle apparizioni in Belgio a Beauraing e a Banneux – e anche a Champion la Vergine appare a una ragazza belga – Maria proclama la sua regalità.

Ma il tema specifico delle apparizioni di Champion è l’educazione, anzitutto quella cattolica. La Madonna invita ripetutamente Adele e le sue compagne a educare «i figli di questo Paese selvaggio». È stato uno dei grandi temi del viaggio di Benedetto XVI negli Stati Uniti nel 2008. La nazione nuova – in questo senso «selvaggia» – degli Stati Uniti ha potuto costruirsi solo con l’educazione, cui i cattolici hanno dato un decisivo contributo. E potrà sopravvivere solo con l’educazione. Purché, ha detto il Papa – ma non altro è il messaggio a Champion della Madonna – l’educazione cattolica sia davvero cattolica e abbia al centro il catechismo, la fede, i sacramenti. Tutto il resto è «ozio».

giovedì 9 dicembre 2010

ASIA/HONG KONG - “Cercare Dio nella cultura”: Seminario dei gesuiti di Hong Kong per commemorare p. Matteo Ricci
Hong Kong (Agenzia Fides) – “Cercare Dio nella cultura” è il tema del Seminario promosso dai gesuiti di Hong Kong, dal 2 al 5 dicembre, per commemorare i 400 anni della morte del loro confratello, il missionario padre Matteo Ricci. Mons. John Tong, Vescovo della diocesi di Hong Kong, ha preso parte al Seminario presiedendo anche l’Eucaristia dell’apertura. Secondo il Vescovo, “l’evangelizzazione di p. Ricci è sostenuta dalla profonda vita contemplativa, vale dire è un complemento armonico tra vita contemplativa ed azione”. Quindi ha incoraggiato la missione dell’evangelizzazione di oggi: essa deve essere concentrata ed accompagnata da una intensa vita spirituale contemplativa, perché “la riflessione e la contemplazione di danno la forza del servizio”. “In questo modo viviamo autenticamente lo spirito Ricciano” ha sottolineato Mons. Tong.
Secondo quanto riferisce Kong Ko Bao (il bollettino diocesano in versione cinese), oltre 300 partecipanti provenuti da luoghi diversi come Hong Kong, Taiwan, Inghilterra, Australia, India, Vietnam hanno partecipato al Seminario ed anche ai workshop spirituali nel Centro di Spiritualità di S. Ignazio. Tra loro erano presenti p. L. Gendron, superiore provinciale della provincia cinese dei gesuiti, molti superiori delle comunità asiatiche dei gesuiti insieme a gesuiti, esperti di spiritualità e fedeli laici che hanno fatto esperienza degli esercizio spirituali di S. Ignazio. (NZ) (Agenzia Fides 09/12/2010)

La Giornata per i Diritti Umani 2010

ASIA/PAKISTAN - La “legge sulla blasfemia” al centro della Giornata per i Diritti Umani
Karachi (Agenzia Fides) – “La Giornata per i Diritti Umani 2010 è l’occasione per focalizzare l’attenzione sugli articoli del Codice Penale che costituiscono la cosiddetta legge sulla blasfemia. La legge è una patente violazione dei diritti umani, consentita e legittimata dallo stato. E’ un provvedimento che permette e giustifica ingiustizie, discriminazioni e persecuzioni. E’ una legge da abolire”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides p. Mario Rodrigues, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Pakistan, alla vigilia della Giornata Mondiale per i Diritti Umani, promossa dall’Onu, che si celebra domani, 10 dicembre. La Giornata, nota a Fides il Direttore, “cade in un periodo di grande tensione nel paese, dovuta agli echi del caso di Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte proprio per un uso iniquo della legge sulla blasfemia. L’incertezza e le minacce dei gruppi terroristi sono un vero incubo per tutti coloro che difendono la donna”.
“La legge sulla blasfemia – spiega p. Rodrigues – contraddice apertamente la Dichiarazione Universale per i Diritti Umani, di cui il Pakistan è firmatario. E’ una legge promulgata dal dittatore Zia e mai approvata da alcun Parlamento. Le leggi vano fatte per proteggere i cittadini, non per perseguitarli”, aggiunge.
La legge colpisce le minoranze religiose, ma non solo: “Ne sono vittime anche moltissimi fedeli musulmani”, sottolinea. “Per questo vorrei ricordare quanto affermano eminenti leader islamici moderati: la legge rappresenta un tradimento anche dell’islam, in quanto non è contenuta nel Corano, e il profeta Maometto non vorrebbe certo si commettessero violenze e omicidi in suo nome”.
“Come cristiani del Pakistan, riteniamo importante per la giustizia e la convivenza civile che la legge sia abolita e sosteniamo comunque ogni progetto di revisione”, continua.
La Giornata per i Diritti Umani 2010 è dedicata dall’Onu in particolare agli attivisti e a tutti coloro che si impegnano a difendere e promuovere i diritti umani. P. Rodrigues rimarca: “Pensando alla storia del Pakistan, vorrei dedicarla al Vescovo John Joseph, che vent’anni fa ha lanciato la grande campagna per il rispetto dei diritti umani e delle minoranze religiose nel nostro paese. Siamo tutti eredi e debitori della sua battaglia e del suo coraggio. Vorrei menzionare, inoltre, due alfieri per i diritti umani che oggi continuano quest’opera: P. Emmanuel Mani e Peter Jacob, rispettivamente Direttore e Segretario esecutivo della ‘Commissione missione Nazionale Giustizia e Pace’ dei Vescovi del Pakistan. Sono due persone che, con il coraggio della verità, difendono tutte le vittime degli abusi per i diritti umani, a qualsiasi comunità religiosa appartengono”. (PA) (Agenzia Fides 9/12/2010)

Preghiamo per lui!

AFRICA/CONGO RD - Ucciso un seminarista gesuita in Congo
Kinshasa (Agenzia Fides)- Un seminarista gesuita di nazionalità togolese, Nicolas Eklou Komla, è stato ucciso domenica 5 dicembre sulla strada Belair di Mont Ngafula, alla periferia di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo.
Nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, il seminarista stava rientrando a piedi con alcuni colleghi allo scolasticato gesuita “St Pierre Canisius” di Kimwenza, quando un uomo armato e mascherato ha bloccato il loro cammino, probabilmente per rapinarli. Ne è una nata una discussione che è presto degenerata: il bandito ha sparato alcuni colpi di arma da fuoco che hanno colpito il seminarista, che è deceduto alcune ore dopo.
Nicolas Eklou Komla, era nato il 4 giugno 1985 in Togo, ed era entrato nella Compagnia di Gesù il 7 ottobre 2008. Aveva emesso i primi voti il 2 ottobre 2010. Nicolas Eklou Komla era giunto nella RDC due mesi fa per studiare filosofia.
I funerali del seminarista si terranno l’11 dicembre presso la Chiesa Sainte Marie de Kimwenza. Nicolas Eklou Komla verrà inumato nel cimitero dello scolasticato “St Pierre Canisius”di Kimwenza. (L.M.) (Agenzia Fides 9/12/2010)

mercoledì 1 dicembre 2010

AMERICA/BRASILE - La solidarietà del Papa alla Chiesa di Rio per le violenze dei giorni scorsi

AMERICA/BRASILE - La solidarietà del Papa alla Chiesa di Rio per le violenze dei giorni scorsi
Rio di Janeiro (Agenzia Fides) – La mattina di domenica 28 novembre, l'Arcivescovo di Rio, Mons. Orani João Tempesta ha ricevuto un fax dal Nunzio Apostolico, Mons. Lorenzo Baldisseri, che trasmetteva la solidarietà di Papa Benedetto XVI alla Chiesa di Rio de Janeiro, a firma del Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Tarcisio Bertone. Nel testo è scritto: “Il Santo Padre segue con profondo dolore i gravi scontri e le violenze di questi giorni a Rio de Janeiro, in particolare nella comunità "Vila Cruzeiro". Il Sommo Pontefice assicura le Sue preghiere per i defunti e anche per le loro famiglie, e invita i responsabili a porre fine ai disordini, mentre incoraggia a ristabilire il rispetto della legge e del Bene Comune”. Trasmettendo il messaggio del Papa, l’Arcivescovo Baldisseri si unisce nella preghiera “in questa circostanza così dolorosa per la sua arcidiocesi”.
Secondo le ultime informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, le favelas di Rio tornate sotto il controllo della polizia, hanno ripreso la loro attività con la presenza degli agenti di polizia nella vita quotidiana della gente. La popolazione prova ancora paura e sfiducia dopo l'espulsione dei trafficanti di droga. Il presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha annunciato la presenza dei militari per un tempo indefinito nella zona occupata. Resteranno "il tempo necessario per assicurare la pace", ha detto. L’arcivescovo di Rio, Mons. Orani João Tempesta, aveva chiesto pace per la convivenza della città (vedi Fides 27/11/2010). (CE) (Agenzia Fides, 01/12/2010)