Una verità irrisolta

Una verità irrisolta
ispirazione quindi impegno

martedì 23 febbraio 2010

Notizie dall'India

ASIA/INDIA - Ritratto blasfemo di Cristo: i Vescovi chiedono la pace e scrivono al Ministro federale per l’Istruzione

New Delhi (Agenzia Fides) – I Vescovi indiani lanciano un appello per la pace e scriveranno una lettera ufficiale di protesta al Ministro Federale per l’Istruzione, chiedendo di vigilare sulle case editrici e sui materiali didattici che vengono messi in circolazione nelle scuole indiane: è quanto l’Agenzia Fides apprende dalla Conferenza Episcopale dell’India, dopo l’episodio increscioso della pubblicazione di una immagine blasfema di Cristo su un libro di scuola edito dalla Skyline Publication di Delhi (vedi Fides 22/2/2010).
Sulla casa editrice che ha pubblicato il testo, p. Babu Joseph, Portavoce della Conferenza Episcopale nota a Fides: “Non si può dire che sia espressione diretta di movimenti integralisti indù, ma certo è vicina ed è sostenuta da certi ambienti piuttosto estremisti”.
I Vescovi indiani, che iniziano domani l’assemblea della Conferenza Episcopale a Guwahati (India Nordest), rinnovano un appello per l’armonia interreligiosa. P. Joseph dice a Fides: “I Vescovi hanno condannato quest’atto blasfemo e rinnovano l’appello per la pace nel Punjab e in tutta l’India. Alla violenza segue altra violenza e i gruppi estremisti indù cercano solo pretesti per scatenare una vendetta conto i cristiani. I Vescovi chiedono oggi al governo del Punjab di rilasciare i 25 cristiani arrestati in seguito agli scontri (fra i quali alcuni cattolici) per la pubblicazione dei manifesti con l’immagine blasfema. Trasferire l’immagine su poster sparsi nelle città è stata un’operazione condotta da gruppi integralisti indù per creare tensione. Il governo dello stato ha garantito che perseguirà i responsabili”. (PA) (Agenzia Fides 23/2/2010 righe 26 parole 268)


ASIA/INDIA - L’Arcivescovo Menamparampil a Fides, alla vigilia dell’Assemblea dei Vescovi: “La civiltà indù rispetta i simboli religiosi. I giovani sono la chiave dell’armonia”

Guwahati (Agenzia Fides) – L’Arcivescovo Thomas Menamparampil, Salesiano, è raggiante in questi giorni. La sua diocesi di Guwahati – in un territorio periferico (stato di Assam, nell’India del Nordest), travagliato da difficoltà interne e da conflitti – per la prima volta nella storia ospita l’Assemblea della Conferenza Episcopale dell’India (CBCI) che si apre domani, 24 febbraio, con una Solenne Eucarestia, e si concluderà il 3 marzo.
L’episodio della pubblicazione del ritratto blasfemo di Cristo e la violenza esplosa in Punjab hanno turbato la sua serenità, ma l’Arcivescovo “confida in una soluzione pacifica”, come afferma in un colloquio con l’Agenzia Fides: “I cristiani hanno protestato pacificamente a livello politico e pensano alla via giudiziaria. Inoltre bisogna pregare e dialogare . Queste sono le nostre modalità di vivere questa situazione”.
Mons. Menamparampil aggiunge: “Occorre sempre estrema sensibilità quando si toccano i simboli religiosi. E’ accaduto con le vignette del profeta Maometto in Europa, e questo è un altro caso simile. Credo che la maggioranza dei fedeli indù non condivida tale atto. La civiltà indù è molto rispettosa dei simboli religiosi propri e altrui. A fianco dei cristiani, molti leader religiosi indù hanno condannato l’immagine blasfema e a loro si sono uniti i leader musulmani in India. Non credo che questa vicenda avrà conseguenze più gravi”.
I Vescovi, nell’assembla di Guwahati, “non si soffermeranno più di tanto su questo incidente, che sembra già rientrato”, spiega a Fides l’Arcivescovo.
“L’Assemblea – continua – toccherà indirettamente il tema, in quanto sarà incentrata sui giovani, che spesso sono preda degli estremismi e del materialismo: il tema dell’Assemblea è infatti ‘I giovani nel contesto dell’India emergente’. Discuteremo su come aiutarli a vivere i valori cristiani in questa cultura, in questa società, nelle sfide che presentano le nuove tecnologie. Rifletteremo su come possono essere strumenti di pace e agenti di evangelizzazione”.
Non a caso, nota il Presule, i recenti scontri in Punjab sono iniziati per tafferugli fra giovani cristiani e indù: “I giovani hanno forti motivazioni, entusiasmo, passione, anche per i contenuti della fede. Spesso vengono manipolati e strumentalizzati da gruppi integralisti”, nota. “Ma, nel complesso, siamo davvero ottimisti per il futuro dell’India, che è una nazione molto giovane”.
Il messaggio con cui l’Arcivescovo conclude l’intervista con l’Agenzia Fides è questo: “Voglio ribadire ai giovani e a tutti i cristiani in India il messaggio che Gesù porta nel Vangelo: amate i vostri nemici. Anche quando vi sentite perseguitati, umiliati, oppressi. Non è facile farlo, ma è possibile: l’amore riesce a disarmare il nemico. La nostra vocazione è costruire ponti e aprire porte di dialogo e di speranza per la nostra nazione”. (PA) (Agenzia Fides 23/2/2010 righe 28 parole 289)

venerdì 19 febbraio 2010

In Libano l'Annunciazione
festa per i cristiani e i musulmani


Beirut, 19. Il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, sarà decretata in Libano festa nazionale comune cristiano-musulmana. Lo ha deciso il consiglio dei ministri libanese che ha approvato la proposta del capo di Governo, Saad Hariri.
Un comunicato stampa del primo ministro spiega che Hariri ha lanciato questa iniziativa perché "la Vergine Maria è un denominatore comune per i cristiani e i musulmani, i quali le riservano un posto molto importante nelle rispettive devozioni, così come avviene per la Bibbia e il Corano".
Sia il Vangelo che il Corano affermano che Cristo è nato da Maria da nascita verginale. Si tratta di un principio di fede comune a cristiani e musulmani.
"In questo - si legge nel comunicato - risiede l'importanza di dedicare a questa festa una giornata nazionale, che celebrerà l'unità culturale e religiosa tra cristiani e musulmani e sarà accompagnata da un programma comune sociale, culturale e religioso".
Da diversi anni cristiani e musulmani pregano insieme durante il "Giorno dell'Annunciazione" nel santuario della Vergine di Harisa, a circa venti chilometri da Beirut, senza che fosse stata decisa fino a ora una giornata di festa nazionale. La decisione di decretare la festa nazionale sarà presumibilmente al centro dei colloqui di sabato in Vaticano tra il primo ministro libanese e Papa Benedetto XVI.
Questa iniziativa - conclude il comunicato - potrebbe servire da esempio e potrebbe essere adottata in altri Paesi oltre al Libano. È importante sottolineare che da circa tre anni, celebrazioni comuni della festa dell'Annunciazione sono state organizzate presso il Collegio Notre-Dame di Jamhour sul tema: "Insieme e attorno a Maria Nostra Signora".

Osservatore romano 19/2

Promesse non mantenute



Roma, 19. Nemmeno un centesimo. Il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha dichiarato alla stampa che dopo oltre sei mesi dal g8 dell'Aquila, all'Agenzia alimentare delle Nazioni Unite "non è arrivato neanche un centesimo" dei 20 miliardi di dollari, in tre anni, per i quali i Paesi si erano impegnati per sostenere lo sviluppo e l'agricoltura nei Paesi poveri e in via di sviluppo ed eliminare la fame.
In occasione, ieri, della presentazione del rapporto sullo stato dell'alimentazione e dell'agricoltura, Diouf ha così richiamato alla responsabilità tutti i Paesi che in occasione del vertice del g8 avevano fatto promesse, "che al momento non si sono ancora materializzate". "Sappiamo - ha aggiunto il direttore della Fao - che ci vuole un po' di tempo prima che questi impegni si concretizzino, ma ormai il 2009 è alle spalle e per realizzare i nostri obiettivi restano solo il 2010 e il 2011". Dopo aver detto di non escludere che alcuni aiuti siano andati comunque ai Governi, ai canali regionali, a strutture militari e ad altre agenzie, Diouf ha precisato che la Fao ha avuto a disposizione 400 milioni di dollari per l'acquisto di sementi. Denaro, ha precisato il direttore generale dell'Agenzia dell'Onu, stanziato, però, prima del vertice dell'Aquila.
Nel rapporto sullo stato dell'alimentazione e dell'agricoltura si evidenzia anche come il consumo record di carne e di altri prodotti animali nei Paesi in via di sviluppo, l'espansione esponenziale degli allevamenti di bestiame e la globalizzazione della filiera degli alimenti animali rendano necessarie azioni concrete per una governance del settore, che sia sostenibile per le persone e per l'ambiente. In caso contrario, a farne le spese saranno i piccoli agricoltori e gli allevatori del sud del mondo, che rischiano di essere ulteriormente tagliati fuori dal ciclo produttivo. Ma concreti rischi potrebbero esserci anche per l'ecologia globale, a causa dei disastrosi effetti dell'allevamento intensivo sul surriscaldamento del pianeta, oltre alla sicurezza alimentare e alla salute nel caso del diffondersi di virus e malattie da allevamenti non controllati.
Il bestiame - spiega il rapporto - contribuisce al 40 per cento della produzione agricola globale e garantisce i mezzi di sostentamento e la sicurezza alimentare di quasi un miliardo di persone. Il rapido aumento dei redditi nei Paesi emergenti e l'urbanizzazione selvaggia, combinati con la crescita della popolazione hanno fatto impennare la domanda di carne e di altri prodotti animali in molti Paesi poveri.
Se poi si aggiunge la globalizzazione della catena per la fornitura dei mangimi, del patrimonio genetico e delle altre tecnologie, si ha una fotografia di come si sia evoluto velocemente il settore. Ma a questo dinamismo, avverte la Fao, corrisponde un sostanziale e pericoloso vuoto politico e istituzionale. Un vuoto che da una parte ostacola le potenzialità del settore zootecnico come motore di crescita per lo sviluppo e la riduzione della fame e della povertà, dall'altra aumenta la pressione sulle risorse naturali.
Al contrario, ammonisce la Fao, attraverso una politica appropriata e sostenibile e con investimenti mirati la zootecnia (un settore che entro il 2050 crescerà del 50 per cento, con un pesante impatto sulle risorse ambientali, acqua, suolo e clima, dal momento che già oggi è responsabile del 18 per cento delle emissioni globali di gas serra) potrebbe giocare un ruolo chiave nella mitigazione degli effetti del surriscaldamento del pianeta e nella riduzione dell'immissione di anidride carbonica nell'atmosfera.
In conclusione del rapporto della Fao, si legge inoltre che senza adeguate politiche di controllo, in molti Paesi del Sud del mondo si rischia di andare incontro alla diffusione di virus e malattie tra i capi d'allevamento, che metterebbero in pericolo la salute animale e, soprattutto, quella umana.

ASIA/IRAQ - Mosul non diventi un cimitero di cristiani

Mosul (Agenzia Fides) – Paura e shock oggi sono i sentimenti dominanti fra i cristiani di Mosul, afferma a Fides un sacerdote Caldeo della Chiesa locale che chiede l’anonimato per motivi di sicurezza.
La ferocia e la freddezza delle “vere e proprie esecuzioni a freddo” che hanno eliminato quattro cristiani negli ultimi quattro giorni sembrano aver lasciato il segno nella comunità dei credenti. “E uno stillicidio, una pulizia etnica che va avanti giorno dopo giorno, nel silenzio e nell’indifferenza generale. Siamo nello sconforto più profondo anche perché le autorità e la polizia non fanno nulla per fermare questo massacro”, nota.
La gente prova un senso di disperazione che costringe molte famiglie a lasciare l’Iraq, a emigrare con la speranza di salvare i propri figli: “Mosul è divenuta un cimitero per i cristiani, è terribile”, dice amareggiato il sacerdote.
Gli assassini s0no avvenuti in pieno giorno: il 14 febbraio è stato ucciso Rayan Salem Elias, 43 anni, commerciante Caldeo. Il giorno dopo Mounir Fatoukhi, anch’egli commerciante di 40 anni, è stato fermato da sconosciuti mentre era nella sua automobile e freddato. Il 16 febbraio due cugini cristiani assiri, Ziya Toma di 21 anni e Ramsen Shmael di 22 anni, entrambi studenti, sono stati colpiti nel centro della città da raffiche di mitra. Il primo è morto sul colpo, l’altro è gravemente ferito, con poche speranza di vita. Il 17 febbraio Wissam George, cristiano di 20 anni, è stato colpito a morte nel quartiere Sud della città. “E’ una scia di sangue che non conosce limiti, e gli assassini avvengono in totale impunità. Siamo vittime indifese: si legge il terrore begli occhi delle famiglie cristiane che si chiedono: chi sarà il prossimo?”, nota la fonte di Fides.
Secondo alcuni analisti, la violenza è in qualche modo correlata alle prossime elezioni politiche e al risorgere dell’estremismo, ma pare evidente che “alcuni gruppi intendono decimare i cristiani a Mosul”, per oscuri disegni politici.
Mons. Sleiman, Arcivescovo di Bagdad dei Latini, ha lanciato l’allarme chiedendo di “rompere il silenzio intorno ai cristiani iracheni”, constatando “un nuovo esodo dei fedeli dal paese, costretti a fuggire dal radicalismo imperante”. A partire dal 2008 gli omicidi mirati sono stati almeno 40. A Mosul i fedeli cattolici Caldei sono, secondo i dati ufficiali, oltre 18.000 e i siro-cattolici circa 40.000. Ma negli ultimi due anni almeno 12mila fedeli hanno lasciato la città e la presenza cristiana si sta assottigliando. (PA) (Agenzia Fides 19/2/2010 righe 28 parole 278)

mercoledì 17 febbraio 2010

ASIA/INDONESIA - “Tutti sono tenuti a rispettare la Costituzione”: il Vescovo di Bandung commenta a Fides la sentenza favorevole alla costruzione di una chiesa

Bandung (Agenzia Fides) – “Accogliamo con serenità il verdetto del Tribunale, favorevole alla costruzione della chiesa di Santa Maria, nella diocesi di Bandung, ma senza cantare vittoria. Attendiamo ora le mosse del governo locale di Giava Occidentale che, entro due settimane, può presentare un appello all’Alta Corte. Se l’appello non sarà presentato, potremo riprendere i lavori per l’edificazione della nuova chiesa. Siamo sereni e intendiamo agire entro i limiti e i diritti tracciati dalla Costituzione indonesiana”: è quanto dichiara all’Agenzia Fides S. Ecc. Mons. Johannes Pujasumarta, Vescovo di Bandung e Segretario della Conferenza Episcopale dell’Indonesia.
Il Vescovo ha commentato in un colloquio con Fides la sentenza di un tribunale della provincia di Giava Occidentale: la Corte ha dato ragione alla Chiesa locale nella controversia per l’edificazione di una nuova chiesa nel distretto di Purwakarta, in un località a un’ora da Bandung. La Chiesa aveva già ottenuto il permesso per l’edificazione e aveva iniziato i lavori, ma lo scorso anno le proteste di gruppi estremisti islamici costrinsero gli operai a fermare i lavori, mentre il governo locale, dopo le pressioni, ritirò la licenza di costruire. Nel novembre 2009 la Chiesa di Bandung ha deciso di ricorrere per via giudiziaria, ed ora ecco il verdetto favorevole.
Mons. Pujasumarta dice a Fides: “Può ancora succedere di tutto. Occorrerà anche aspettare le reazioni dei gruppi di fondamentalisti che hanno fermato i lavori e, con le loro proteste, indussero il governo a ritirare il permesso di edificazione già concesso. E’ possibile che vi siano anche reazioni scomposte, ma siamo preparati a ogni evenienza: risponderemo con la preghiera e con gesti non violenti, come il digiuno e il raccoglimento silenzioso, che sono le armi del cristiano in questo tempo di Quaresima”.
Il Vescovo conclude: “Vogliamo vivere e contribuire a tutelare l’armonia sociale e interreligiosa. Ma siamo ben consapevoli che l’Indonesia ha una Costituzione che riconosce i nostri diritti, e che tutti sono tenuti a rispettare, anche i piccoli gruppi musulmani radicali”.
Mons. Pujasumarta, in un recente incontro fra leader religiosi e membri del Parlamento indonesiano, ha chiesto alle autorità civili di garantire il diritto e la libertà religiosa in Indonesia, segnalando la presenza di gruppi estremisti musulmani che continuano ad attaccare chiese cristiane, a bloccarne le opere di edificazione o a far chiudere le aule di preghiera. Il Presule ha ricordato l’esistenza di due decreti interministeriali, il n.8 e il n.9 del 2006, che assegnano alle autorità locali delle province indonesiane il compito di garantire l’armonia interconfessionale. Ma spesso “molte autorità locali sono facile bersaglio di gruppi musulmani estremisti, cedono alle loro pressioni e accolgono le loro richieste”, ha detto il Vescovo, proprio come accaduto per la chiesa di Santa Maria, della diocesi di Bandung. Il Vescovo ha lamentato la mancata applicazione dei due decreti e ha chiesto al Parlamento di garantirne l’applicazione. (PA) (Agenzia Fides 17/2/2010 righe 31 parole 316)

ASIA/CINA - L’augurio del Papa per il capodanno ha commosso i cattolici cinesi; tra le diverse iniziative anche il ricordo dei missionari defunti

Pechino (Agenzia Fides) – La solenne Eucaristia di ringraziamento, la preghiera per il mondo e per il paese, la commemorazione dei sacerdoti e dei missionari defunti, la visita pastorale dei Vescovi e dei sacerdoti alle Comunità ecclesiali di base, le opere di carità hanno contraddistinto la celebrazione del Capodanno cinese da parte dei cattolici del continente. Inoltre l’augurio del Papa, pronunciato all’Angelus di domenica 14 febbraio, ha suscitato ulteriore felicità e commozione tra i fedeli. Come conferma un sacerdote di Pechino all’Agenzia Fides, “a qualcuno potrebbe sembrare il consueto messaggio d’augurio, ma per noi cattolici cinesi, soprattutto noi che viviamo in continente, ogni volta suscita un’emozione enorme, ogni volta ci fa scaturire un ringraziamento dal profondo del cuore: grazie Santo Padre! Lei ci fa fatto sentire così vicini a Lei, vicini alla Chiesa Universale. Siamo sempre con Lei!”.
Secondo le informazioni pervenute alla nostra Agenzia, la solenne Eucaristia celebrata la mattina del 14 febbraio, il primo giorno del capodanno cinese, in tutte le comunità cattoliche, ha visto una larghissima partecipazione di fedeli. Molte famiglie si sono presentate al completo, hanno pregato insieme, ringraziando il Signore per l’anno passato e hanno invocato la materna protezione della Madonna perché il mondo e il paese abbiano pace e prosperità.
Tra le iniziative di questa giornata di festa, citiamo quella della parrocchia di Fan Ga Da, nella provincia dell’He Bei, dove sacerdoti e fedeli sono andati al cimitero cattolico a rendere omaggio ai sacerdoti e ai missionari che hanno dedicato tutta la loro vita per la Chiesa. Inoltre hanno visitato i genitori di diversi sacerdoti e religiose, per ringraziarli del loro sostegno alla vocazione dei figli.
La comunità cattolica di Zhong Shan ha lanciato sul suo sito un messaggio per il Capodanno cinese, rivolto a tutti i popoli, in cui si ricordano i missionari venuto dall’estero e, a nome dei cattolici, si ringraziano tutti coloro che hanno aiutato e sostenuto la crescita della comunità cattolica, auspicando una ulteriore incremento dell’armonia e dell’impegno sociale perché i cattolici aiutino la gente a conoscere meglio Gesù Cristo e la Chiesa. Infine invocano la benedizione del Signore sul popolo cinese. (NZ) (Agenzia Fides 16/02/2010 - righe 31, parole 359)


AFRICA/NIGERIA - I sacerdoti nigeriani a convegno in occasione dell’Anno Sacerdotale: dal “mea culpa” al “Deo Gratias”

Abuja (Agenzia Fides)- La Pontificia Unione Missionaria della Nigeria, ha organizzato una riunione straordinaria in occasione dell'Anno Sacerdotale a presso il Centro Pastorale “Giovanni Paolo II,” Ado Ekiti, dal 10 al 12 febbraio.
Secondo quanto riferisce all’Agenzia Fides la Direzione Nazionale della Pontificie Opere Missionarie della Nigeria, l’incontro era diviso in quattro sessioni: “mea culpa”, “Deo Gratias”, riflessione missionaria e Agape.
La sessione dedicata al “mea culpa” è stato caratterizzata da una serie di riflessioni sulla cattiva condotta dei sacerdoti e da un momento di espiazione per i peccati commessi, conclusosi con il sacramento della Riconciliazione. La sessione dedicata al “Deo Gratias” è stata incentrata sul ringraziamento per il dono del sacerdozio e si è conclusa con la Messa.
Il Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Nigeria, Mons. Hypolite Adigwe, aveva in precedenza chiesto al clero e ai religiosi del Paese una breve riflessione sulla loro condizione. Queste riflessioni sono servite ad animare i due momenti del “mea culpa” e del “Deo Gratias”.
Il momento culminante dell’evento è stato una tavola rotonda con i membri della Pontificia Opera della Santa Infanzia dell'Arcidiocesi di Onitsha sulla figura del sacerdote e sul Sacerdozio.
Per rispondere alle sollecitazioni emerse dalla discussione, i partecipanti hanno adottato alcune strategie per rendere più efficaci i corsi di orientamento per i sacerdoti e i religiosi inviati in missione fuori del Paese. Il “Floating Institute of Missiology”, incaricato della formazione dei religiosi e dei laici alla teologia missionaria, è stato delegato a dare pieno sostegno ai membri della Pontificia Unione Missionaria, che hanno adottato una “Road Map” per la promozione della Pontificia Opera Propagazione della Fede e della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo.
All’incontro hanno partecipato 54 sacerdoti e religiosi delle diocesi e delle congregazioni di tutta la Nigeria. (L.M.) (Agenzia Fides 16/2/2010)

martedì 16 febbraio 2010

Angelus del 14 e discorso del Papa all'ostello della Caritas alla stazione Termini di Roma

VATICANO - "Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita, lì si manifesta la giustizia di Dio” afferma il Papa all’Angelus; gli auguri per il Capodanno lunare a Cina e Vietnam

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita, lì si manifesta la giustizia di Dio. E’ questo il compito che i discepoli del Signore sono chiamati a svolgere anche nella società attuale” ha ribadito il Santo Padre Benedetto XVI nel suo discorso prima dell’Angelus, domenica 14 febbraio. Appena tornato dalla visita all’Ostello della Caritas Romana alla Stazione Termini, il Papa ha detto: “di cuore incoraggio quanti operano in tale benemerita istituzione e quanti, in ogni parte del mondo, si impegnano gratuitamente in simili opere di giustizia e di amore”. Commentando il brano evangelico delle Beatitudini, proclamato nella liturgia di questa domenica, il Santo Padre ha ricordato che “le beatitudini si basano sul fatto che esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi si è esaltato… perché, come afferma Gesù, le cose si ribalteranno, gli ultimi diventeranno primi, e i primi ultimi. Questa giustizia e questa beatitudine si realizzano nel ‘Regno dei cieli’, o ‘Regno di Dio’, che avrà il suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia”.
Quindi Benedetto XVI ha detto di consegnare idealmente a tutti il suo Messaggio per la Quaresima, ormai prossima, dedicato proprio al tema della giustizia: “Il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell’uomo, ma in modo inatteso e sorprendente. Gesù non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell’amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore.”
Dopo l’Angelus, il Santo Padre ha rivolto gli auguri a quanti nel mondo celebrano il capodanno lunare con queste parole: “In vari Paesi dell’Asia, penso, ad esempio, alla Cina e al Vietnam, e in molte comunità sparse nel mondo si celebra oggi il capodanno lunare. Sono giorni di festa, che quei popoli vivono come occasione privilegiata per rinsaldare i vincoli familiari e generazionali. Auguro a tutti di mantenere e accrescere la ricca eredità di valori spirituali e morali, che si radicano saldamente nella cultura di quei popoli.” (SL) (Agenzia Fides 15/02/2010)


VATICANO - Il Papa all’Ostello della Caritas: “La testimonianza della carità appartiene alla missione della Chiesa insieme con l’annuncio della verità del Vangelo”

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Sappiate che la Chiesa vi ama profondamente e non vi abbandona, perché riconosce nel volto di ognuno di voi il volto di Cristo” è quanto ha assicurato il Santo Padre Benedetto XVI a “coloro che si trovano nella povertà e nell’indigenza” e trovano ospitalità presso l’Ostello della Caritas diocesana di Roma "Don Luigi Di Liegro" alla Stazione Termini, visitato nella mattina di domenica 14 febbraio. “La testimonianza della carità, che in questo luogo trova speciale concretizzazione, appartiene alla missione della Chiesa insieme con l’annuncio della verità del Vangelo – ha detto il Pontefice nel suo discorso -. L’uomo non ha soltanto bisogno di essere nutrito materialmente o aiutato a superare i momenti di difficoltà, ma ha anche la necessità di sapere chi egli sia e di conoscere la verità su se stesso, sulla sua dignità... La Chiesa, con il suo servizio a favore dei poveri, è dunque impegnata ad annunciare a tutti la verità sull’uomo, che è amato da Dio, creato a sua immagine, redento da Cristo e chiamato alla comunione eterna con Lui. Tante persone hanno potuto così riscoprire, e tuttora riscoprono, la propria dignità, smarrita a volte per tragici eventi, e ritrovano fiducia in se stessi e speranza nell’avvenire”.
Ai volontari che prestano servizio presso l’Ostello, il Papa ha raccomandato di avere sempre davanti agli occhi e nel cuore “l’esempio di Gesù, che per amore si fece nostro servo”, di essere “gioiosi testimoni dell’infinita carità di Dio” e, imitando l’esempio del diacono san Lorenzo, di considerare questi “amici uno dei tesori più preziosi” della loro vita.
Nel suo discorso il Santo Padre ha ricordato che la visita avviene nell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, indetto dal Parlamento Europeo e dalla Commissione Europea, ed ha quindi incoraggiato “non solo i cattolici, ma ogni uomo di buona volontà, in particolare quanti hanno responsabilità nella pubblica amministrazione e nelle diverse istituzioni, ad impegnarsi nella costruzione di un futuro degno dell’uomo, riscoprendo nella carità la forza propulsiva per un autentico sviluppo e per la realizzazione di una società più giusta e fraterna”.
Infine, dopo aver sottolineato che “l’Ostello manifesta concretamente che la comunità cristiana, attraverso i propri organismi e senza venir meno alla Verità che annuncia, collabora utilmente con le istituzioni civili per la promozione del bene comune”, il Santo Padre ha ricordato che “nel suo servizio alle persone in difficoltà la Chiesa è mossa unicamente dal desiderio di esprimere la propria fede in quel Dio che è il difensore dei poveri e che ama ogni uomo per quello che è e non per quello che possiede o realizza. La Chiesa vive nella storia con la consapevolezza che le angosce e i bisogni degli uomini, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure quelli dei discepoli di Cristo e per questo, nel rispetto delle competenze proprie dello Stato, si adopera perché ad ogni essere umano venga garantito ciò che gli spetta”. Concludendo il suo discorso, il Pontefice ha detto: “per Roma l’Ostello della Caritas diocesana è un luogo dove l’amore non è solo una parola o un sentimento, ma una realtà concreta, che consente di far entrare la luce di Dio nella vita degli uomini e dell’intera comunità civile”. (SL) (Agenzia Fides 15/02/2010)