Una verità irrisolta

Una verità irrisolta
ispirazione quindi impegno

martedì 17 febbraio 2009

Eccellenza, Auguri !

Vietnam: i 100 anni del vescovo Khac Ngu, apostolo della Chiesa nel sud

◊ Il più anziano vescovo cattolico in Vietnam è noto per la sua semplicità e i risultati raggiunti nella costruzione della Chiesa nella sua diocesi meridionale. Mons. Michel Nguyen Khac Ngu, vescovo emerito di Long Xuyen, ha festeggiato il suo centenario, il 2 febbraio, concelebrando l’Eucaristia in episcopio con il vescovo Giuseppe Tran Xuan Tieu. Nel 1954, - riferiscono le agenzie Ucan e Cns - quando i comunisti nel Nord sconfissero le truppe coloniali francesi e limitarono le attività della Chiesa - un momento in cui i missionari stranieri furono espulsi e molti sacerdoti locali vennero uccisi – il vescovo Ngu raccolse i fedeli e li condusse a sud. La diocesi di Long Xuyen venne eretta nel 1960 e il vescovo Ngu ne fu nominato primo vescovo. Don Michele Le Xuan Tan, un funzionario della diocesi ha detto che il vescovo Ngu è noto per la sua vita semplice tanto che egli utilizza ancora una coperta che portò con sé proprio in quel 1954. A lui si deve la costruzione del seminario locale, della cattedrale, delle chiese e delle stazioni missionarie nelle zone più isolate. Il vescovo Ngu nacque nel 1909 nella diocesi di Thai Binh, nel Nord Vietnam. A 13 anni di età entrò nel seminario minore di Santa Teresa del Bambin Gesù nella diocesi di Lang Son. Si trasferì in Francia per gli studi di filosofia e di teologia, e là venne ordinato prete nel 1934. Tornato in patria , don Ngu andò a fare l’insegnante in seminario e poi il curato di due parrocchie. A 52 anni venne consacrato vescovo. (K.N.)

Timori per la legge anti-conversione in attesa di approvazione in Sri Lanka

◊ Sta suscitando preoccupazione in Sri Lanka la legge anti-conversione che oggi sarà al vaglio del comitato consultivo del ministero degli affari religiosi per poi passare alla discussione in Parlamento. Mons. Vincent Marius Joseph Peiris, vescovo ausiliare di Colombo, ad Asianews ha espresso preoccupazione. “Se la legge passasse – ha aggiunto - credo che i cristiani e in particolare i cattolici dovranno affrontare molti problemi”. I timori più forti sono per le attività caritative e per le istituzioni umanitarie perché l’assistenza potrebbe essere interpretata come un tentativo di portare la gente alla fede cattolica. La Chiesa non ha espresso una posizione ufficiale sulla norma, proposta nel 2004 dal Jathika Hela Urumaya (Jhu) il partito dei monaci buddisti, e sta studiando con attenzione il caso con l’aiuto di giuristi, costituzionalisti e sono in corso colloqui con il governo. Sulla vicenda, l’opposizione chiede “maggior chiarezza su cosa costituisce un crimine per questo tipo di legge e su come può essere provato che una conversione è avvenuta in modo forzato”. (B.C.)

L'Unicef denuncia il reclutamento di bambini tra le file delle Tigri Tamil

◊ Sta assumendo risvolti drammatici il conflitto in Sri Lanka tra l’esercito regolare e le Tigri Tamil. La battaglia finale nel nord del Paese sarebbe vicina e per questo, secondo l’Unicef, i ribelli stanno reclutando numerosi bambini per impiegarli nei combattimenti. "Intollerabile". E’ il commento di un responsabile Unicef a Colombo al crescente impiego da parte dei ribelli di ragazzini di 14 anni tra le loro file. L’organizzazione delle Nazioni Unite, in passato, ha già identificato 6mila casi di bambini-soldato tra il 2003 e la fine del 2008. Quanto sta accadendo dà il segno della difficile situazione che si sta vivendo nel nord del Paese. Medici senza Frontiere, in un comunicato, ha parlato di 200 mila persone ancora “intrappolate” e “prive di assistenza” nella regione di Vanni, dove da settimane infuriano i combattimenti. In 30 mila sono riusciti a fuggire nella zona di Vavuniya dove si sta prestando assistenza ai feriti e supporto psicologico. Testimoni hanno raccontato di intere giornate all’interno dei bunker e del fuoco incrociato sotto il quale molti si sono trovati. Si temono anche ritorsioni da parte delle Tigri Tamil contro coloro che hanno lasciato la zona di Vanni, campo di battaglia da anni e dove circa 70 mila persone hanno perso la vita dall’inizio del conflitto nel 1983. Intanto anche i sacerdoti diocesani in India, nel corso di un forum a Bhopal, hanno lanciato un appello per la pace e la solidarietà in favore della popolazione chiedendo un intervento diretto di New Delhi. Dalla diocesi di Jaffna riferiscono della drammatica carenza di personale sanitario e di strutture per interventi chirurgici ma anche dei tanti corpi che ancora non hanno trovato sepoltura.

lunedì 16 febbraio 2009

Radiovaticana Caritas

Sri Lanka: la Caritas in soccorso di 30 mila profughi

◊ I 30 mila profughi del conflitto nel nord dello Sri Lanka necessitano di tutti i beni di prima necessità, comprese le cure mediche e l’assistenza psicologica. A lanciare l’allarme raccolto dall’agenzia Sir è Valentina Ferraboschi, che da sei mesi lavora con Caritas Francia nelle attività di emergenza e riabilitazione di Caritas Sri Lanka. Secondo l’operatrice umanitaria la situazione potrebbe aggravarsi presto dal momento che sono oltre 250 mila i profughi ancora intrappolati nelle zone dove imperversano i combattimenti tra le truppe governative i ribelli Tamil. “Se parliamo del conflitto e dei profughi che ne derivano – precisa Ferraboschi al Sir - dobbiamo distinguere tra le centinaia di migliaia di persone intrappolate nel territorio in cui si concentrano gli scontri di queste settimane e per i quali nessuno può fare nulla, e quelli che si trovano all'esterno di quest'area. Noi lavoriamo soprattutto con questi ultimi, nell’impossibilità di accedere dal 2 gennaio all’area degli scontri”. “I bisogni più urgenti sono cibo, prodotti per l’igiene, rifugi temporanei, bagni e latrine, acqua potabile – spiega ancora la volontaria della Caritas -. I 30 mila fuggiaschi appena usciti dalla zona dei combattimenti hanno anche bisogno urgente di cure mediche e assistenza psicologica". Caritas Italiana, Caritas Francia e Caritas internationalis supportano i progetti di assistenza agli sfollati di Caritas Sri Lanka. In questa situazione la Caritas “si occupa di distribuire pasti caldi e generi di prima necessità e in più c'è una clinica mobile delle Suore della Santa Croce che dà assistenza medica ai feriti meno gravi che non possono essere trasportati negli ospedali più vicini, quelli di Vavuniya e Mannar, già pieni”. Intanto, il voto di ieri nella Provincia centrale dello Sri Lanka che ha dato la vittoria al partito di governo, è stato letto da più parti come una forma di sostegno della popolazione alla volontà del presidente Rajapaksa di chiudere militarmente la partita con la ribellione tamil nel Nord e nell'Est del Paese. (M.G.)

Fonte Radiovaticana

A Cuba assassinato un sacerdote diocesano spagnolo

◊ Un sacerdote diocesano spagnolo di 59 anni, Eduardo de la Fuente Serrano, è stato assassinato nella notte tra sabato e domenica a circa venti km dall’Avana. La notizia è stata confermata da una nota della Conferenza episcopale cubana. Sulla base di un primo esame del cadavere, rinvenuto a poca distanza dall’automobile della vittima lungo una strada, si ritiene probabile che il religioso sia stato ucciso a coltellate. Nato a Guadalix de la Sierra ed appartenente all’arcidiocesi di Madrid-Alcalà, da tre anni padre de la Fuente era parroco della chiesa di Santa Chiara d’Assisi all’Avana, molto attivo sul fronte dell’aiuto ai più poveri. “Si tratta di un fatto insolito e inusuale per la Chiesa di Cuba – scrivono i presuli –. Di fronte a questo tragico avvenimento, preghiamo Dio perché conceda l’eterno riposo all’anima di padre Eduardo e imploriamo la sua misericordia”. Quindi, i vescovi cubani esprimono il loro cordoglio ai familiari, agli amici ed ai confratelli della vittima, così come ai fedeli della sua parrocchia. “In questo momento – continua la nota – esprimiamo ancora una volta la nostra vicinanza a tutti i missionari e le missionarie provenienti da altri Paesi e che prestano il loro servizio alla Chiesa e al popolo di Cuba”. Nei prossimi giorni, in data ancora da precisare, le spoglie di padre de la Fuente saranno traslate in Spagna. (I.P.)

mercoledì 11 febbraio 2009

Il diritto di voto in India

India: a rischio la partecipazione elettorale per 70 mila cristiani

◊ In India oltre 70 mila cittadini cristiani rischiano di non poter esercitare il loro diritto al voto per il rinnovo del Parlamento nazionale e delle istituzioni locali. La partecipazione alla consultazione, prevista tra aprile e maggio, è a rischio perché i loro documenti di identità o elettorali sono stati bruciati o distrutti durante i drammatici giorni delle violenze anticristiane iniziate ad agosto e compiute da estremisti radicali indù. Il governo del distretto di Kandhamal, in Orissa, ha pianificato la distribuzione di nuovi documenti di identità ed elettorali. Ma decine di migliaia di cristiani sono fuggiti in Stati confinanti e fin quando non torneranno nella zona di Kandhamal, appare improbabile che possano ricevere i nuovi documenti. Padre Sajan George, presidente nazionale del Global Council of Indian Christians, ha affermato che la privazione del diritto di voto “rivela un'inclinazione a marginalizzare e a soffocare la voce della minoranza cristiana”. Fonti locali hanno poi riferito ad AsiaNews che i profughi non tornano nei loro villaggi perché manca ancora un’adeguata cornice di sicurezza: “Il governo – ha spiegato un cristiano che preferisce mantenere l’anonimato – ha stanziato una somma irrisoria di 10 mila rupie (circa 158 euro) per compensare coloro che hanno avuto la casa distrutta o danneggiata”. “Molti cristiani – ha concluso – hanno accettato la somma, ma l’hanno usata per comprarsi delle baracche e cambiare villaggio. Nessuno di loro è tornato fino ad oggi”. (A.L.)

Gaza da un altro punto di vista

La Caritas a Gaza aiuta 2000 famiglie

◊ La Caritas sta fornendo cibo a 2000 famiglie di Gaza tagliate fuori dagli aiuti a causa della recente campagna militare israeliana. La Striscia ha una popolazione di circa un milione e mezzo di persone, il 90% delle quali dipende fortemente dagli aiuti umanitari dopo che i bombardamenti hanno distrutto case, ospedali, scuole, fognature e varie infrastrutture. L'operazione militare si è svolta dopo un blocco di 18 mesi in cui la gente di Gaza ha visto prosciugarsi le riserve di cibo e l'economia è stata ridotta in ginocchio. La Caritas, ricorda un comunicato inviato all'agenzia Zenit, distribuirà olio, farina, riso, zucchero, tè, pasta di pomodoro, carne in scatola e latte, e sta fornendo anche coperte e medicinali. La settimana scorsa, le Nazioni Unite hanno sospeso le spedizioni di aiuti, affermando che il Governo di Hamas ha immagazzinato centinaia di tonnellate di cibo. La Caritas ha lanciato recentemente un appello per raccogliere due milioni di dollari per finanziare un programma di sette mesi per fornire a 2000 famiglie di Gaza cibo, assistenza sanitaria e igienica e sostegno finanziario. Durante il conflitto, ha anche fornito assistenza medica agli abitanti della Striscia attraverso cinque postazioni mediche, una delle quali è stata distrutta da un attacco aereo israeliano. Al di là degli aiuti d'emergenza, Gaza avrà bisogno di una ricostruzione a lungo termine dopo gli attacchi, costati la vita a più di 1.300 persone. Le Nazioni Unite hanno affermato che l'operazione israeliana, durata tre settimane, ha lasciato due terzi dei residenti della Striscia senza mezzi, un terzo senza acqua potabile. Le strutture sanitarie non hanno più i medicinali di base. Le agenzie umanitarie stanno affrontando difficoltà nell'accedere a Gaza, visto che molti varchi sono chiusi e Israele sta imponendo restrizioni su chi può entrare nella zona. (R.P.)

lunedì 2 febbraio 2009

Dalla Radiovaticana: la Chiesa dello Srilanka

La Chiesa srilankese chiede pace e protezione per la popolazione civile tamil

◊ Oltre 400 civili tamil uccisi e 1.400 feriti negli ultimi dieci giorni: sono le drammatiche cifre contenute in un appello inviato all’agenzia Fides dalla Commissione “Giustizia e Pace” della diocesi di Jaffna, nel Nord dello Sri Lanka, dove si fanno sentire sempre più pesanti gli effetti del conflitto che oppone l’esercito regolare ai ribelli tamil. L’intera comunità cattolica diocesana si sta mobilitando per l’assistenza e la protezione dei profughi civili che continuano a cercare riparo e a fuggire dalle aree dove i combattimenti sono più violenti. Mons. Thomas Savundaranayagam, vescovo di Jaffna, ha lanciato un appello alle parti in lotta per la creazione di “un’area franca per la protezione dei civili”, invocando l’intervento della comunità internazionale per riportare la pace nel Nord e nell’Est dello Sri Lanka. La comunità diocesana di Jaffna ha vissuto nei giorni scorsi una “Giornata di digiuno e preghiera”, a cui hanno aderito anche cristiani di altre confessioni e membri di altre religioni, per chiedere la fine dei combattimenti, la riconciliazione e la pace. Il vescovo ha sottolineato come la comunità cattolica (preti, suore, laici) stia facendo il possibile per l’assistenza agli sfollati che continuano ad aumentare. “Cerchiamo di stare loro vicini, assicurando un sostegno materiale, psicologico e spirituale”, ma gli effetti della guerra sono molto gravi, soprattutto sui gruppi più vulnerabili come donne e bambini, per i quali gli aiuti umanitari non sono sufficienti. Alla vigilia dell’anniversario dell’Indipendenza, le cui celebrazioni pubbliche sono improntate alla retorica e all’euforia per quella che il governo considera “la vittoria finale” sui ribelli tamil, mons. Oswald Gomis, arcivescovo di Colombo, ha sottolineato che, per la nazione, “vittoria” significa invece “assicurare che tutti i cittadini del paese siano uguali, liberi di vivere e di raggiungere con pienezza la felicità, senza distinzioni di razza, religione, casta o affiliazione politica”. L’arcivescovo ha sottolineato che "è tempo di restituire, nel Nord e nel Sud del paese, il primato allo stato di diritto. Condanniamo ogni forma di violenza. Dobbiamo tenere ben presenti le migliaia di persone che soffrono a causa della guerra, che sono rifugiati e vivono in condizioni disumane. E’ un imperativo restituire loro condizioni di vita dignitose al più presto. Occorre ricordare - sostiene mons. Gomis - che i civili tamil sono cittadini del nostro paese e non possono essere privati dei loro diritti fondamentali”. (R.P.)

LE ACLI AL WORLD SOCIAL FORUM DI BELEM



Roma, 29 gennaio 2009 - Ci sono anche le Acli al World Social Forum di Belem, in Amazzonia, dove sono riuniti in questi giorni e fino al 1 febbraio oltre 80mila persone provenienti da 150 Paesi del mondo, in rappresentanza di movimenti, organizzazioni, e reti sociali internazionali.

Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani - che partecipano ai Forum Sociali Mondiali sin dalla prima edizione del 2001, a Porto Alegre - sono oggi presenti a Belem con una delegazione del dipartimento "Pace e Stili di Vita", composta da italiani e residenti, cooperanti, collaboratori, giovani del servizio civile, volontari dei progetti di cooperazione e sviluppo promossi in Brasile dalla propria organizzazione non governativa - Ipsia - a Recife e Salvador.

«Lavoriamo per la costruzione di un'economia solidale - spiega Alfredo Cucciniello, responsabile del dipartimento Pace e Stili di Vita - e lo facciamo realizzando progetti in Brasile come in Africa, ma soprattutto intessendo relazioni con persone, associazioni e organizzazioni della società civile internazionale, delle Chiese locali e delle missioni». La parola d'ordine è «globalizzare la solidarietà»: «Vogliamo rafforzare la speranza che uscire dalla crisi, costruire un'altra economia fondata non sul profitto di pochi ma sulla buona vita di tutti, governata da istituzioni rivolte davvero alla giustizia e al bene comune, non è solo un sogno, ma un processo già in atto. E il tempo di crisi può essere un tempo opportuno».

Tra gli impegni della delegazione delle Acli, i seminari della Caristas brasiliana sulla giustizia, il lancio del nuovo portale italiano dell'economia solidale "Zoes", la presentazione dell'edizione 2009 di "Terra futura", la fiera internazionale delle buone prassi di sostenibilità che si terrà a Firenze dal 29 al 31 maggio.