Vietnam: i 100 anni del vescovo Khac Ngu, apostolo della Chiesa nel sud
Occupiamoci di diritti umani...magari rispettati oppure di fatti da porre in evidenza
Una verità irrisolta

ispirazione quindi impegno
martedì 17 febbraio 2009
Eccellenza, Auguri !
Timori per la legge anti-conversione in attesa di approvazione in Sri Lanka
L'Unicef denuncia il reclutamento di bambini tra le file delle Tigri Tamil
lunedì 16 febbraio 2009
Radiovaticana Caritas
Sri Lanka: la Caritas in soccorso di 30 mila profughi
Fonte Radiovaticana
A Cuba assassinato un sacerdote diocesano spagnolo
mercoledì 11 febbraio 2009
Il diritto di voto in India
India: a rischio la partecipazione elettorale per 70 mila cristiani
◊ In India oltre 70 mila cittadini cristiani rischiano di non poter esercitare il loro diritto al voto per il rinnovo del Parlamento nazionale e delle istituzioni locali. La partecipazione alla consultazione, prevista tra aprile e maggio, è a rischio perché i loro documenti di identità o elettorali sono stati bruciati o distrutti durante i drammatici giorni delle violenze anticristiane iniziate ad agosto e compiute da estremisti radicali indù. Il governo del distretto di Kandhamal, in Orissa, ha pianificato la distribuzione di nuovi documenti di identità ed elettorali. Ma decine di migliaia di cristiani sono fuggiti in Stati confinanti e fin quando non torneranno nella zona di Kandhamal, appare improbabile che possano ricevere i nuovi documenti. Padre Sajan George, presidente nazionale del Global Council of Indian Christians, ha affermato che la privazione del diritto di voto “rivela un'inclinazione a marginalizzare e a soffocare la voce della minoranza cristiana”. Fonti locali hanno poi riferito ad AsiaNews che i profughi non tornano nei loro villaggi perché manca ancora un’adeguata cornice di sicurezza: “Il governo – ha spiegato un cristiano che preferisce mantenere l’anonimato – ha stanziato una somma irrisoria di 10 mila rupie (circa 158 euro) per compensare coloro che hanno avuto la casa distrutta o danneggiata”. “Molti cristiani – ha concluso – hanno accettato la somma, ma l’hanno usata per comprarsi delle baracche e cambiare villaggio. Nessuno di loro è tornato fino ad oggi”. (A.L.)
◊ In India oltre 70 mila cittadini cristiani rischiano di non poter esercitare il loro diritto al voto per il rinnovo del Parlamento nazionale e delle istituzioni locali. La partecipazione alla consultazione, prevista tra aprile e maggio, è a rischio perché i loro documenti di identità o elettorali sono stati bruciati o distrutti durante i drammatici giorni delle violenze anticristiane iniziate ad agosto e compiute da estremisti radicali indù. Il governo del distretto di Kandhamal, in Orissa, ha pianificato la distribuzione di nuovi documenti di identità ed elettorali. Ma decine di migliaia di cristiani sono fuggiti in Stati confinanti e fin quando non torneranno nella zona di Kandhamal, appare improbabile che possano ricevere i nuovi documenti. Padre Sajan George, presidente nazionale del Global Council of Indian Christians, ha affermato che la privazione del diritto di voto “rivela un'inclinazione a marginalizzare e a soffocare la voce della minoranza cristiana”. Fonti locali hanno poi riferito ad AsiaNews che i profughi non tornano nei loro villaggi perché manca ancora un’adeguata cornice di sicurezza: “Il governo – ha spiegato un cristiano che preferisce mantenere l’anonimato – ha stanziato una somma irrisoria di 10 mila rupie (circa 158 euro) per compensare coloro che hanno avuto la casa distrutta o danneggiata”. “Molti cristiani – ha concluso – hanno accettato la somma, ma l’hanno usata per comprarsi delle baracche e cambiare villaggio. Nessuno di loro è tornato fino ad oggi”. (A.L.)
Gaza da un altro punto di vista
La Caritas a Gaza aiuta 2000 famiglie
◊ La Caritas sta fornendo cibo a 2000 famiglie di Gaza tagliate fuori dagli aiuti a causa della recente campagna militare israeliana. La Striscia ha una popolazione di circa un milione e mezzo di persone, il 90% delle quali dipende fortemente dagli aiuti umanitari dopo che i bombardamenti hanno distrutto case, ospedali, scuole, fognature e varie infrastrutture. L'operazione militare si è svolta dopo un blocco di 18 mesi in cui la gente di Gaza ha visto prosciugarsi le riserve di cibo e l'economia è stata ridotta in ginocchio. La Caritas, ricorda un comunicato inviato all'agenzia Zenit, distribuirà olio, farina, riso, zucchero, tè, pasta di pomodoro, carne in scatola e latte, e sta fornendo anche coperte e medicinali. La settimana scorsa, le Nazioni Unite hanno sospeso le spedizioni di aiuti, affermando che il Governo di Hamas ha immagazzinato centinaia di tonnellate di cibo. La Caritas ha lanciato recentemente un appello per raccogliere due milioni di dollari per finanziare un programma di sette mesi per fornire a 2000 famiglie di Gaza cibo, assistenza sanitaria e igienica e sostegno finanziario. Durante il conflitto, ha anche fornito assistenza medica agli abitanti della Striscia attraverso cinque postazioni mediche, una delle quali è stata distrutta da un attacco aereo israeliano. Al di là degli aiuti d'emergenza, Gaza avrà bisogno di una ricostruzione a lungo termine dopo gli attacchi, costati la vita a più di 1.300 persone. Le Nazioni Unite hanno affermato che l'operazione israeliana, durata tre settimane, ha lasciato due terzi dei residenti della Striscia senza mezzi, un terzo senza acqua potabile. Le strutture sanitarie non hanno più i medicinali di base. Le agenzie umanitarie stanno affrontando difficoltà nell'accedere a Gaza, visto che molti varchi sono chiusi e Israele sta imponendo restrizioni su chi può entrare nella zona. (R.P.)
◊ La Caritas sta fornendo cibo a 2000 famiglie di Gaza tagliate fuori dagli aiuti a causa della recente campagna militare israeliana. La Striscia ha una popolazione di circa un milione e mezzo di persone, il 90% delle quali dipende fortemente dagli aiuti umanitari dopo che i bombardamenti hanno distrutto case, ospedali, scuole, fognature e varie infrastrutture. L'operazione militare si è svolta dopo un blocco di 18 mesi in cui la gente di Gaza ha visto prosciugarsi le riserve di cibo e l'economia è stata ridotta in ginocchio. La Caritas, ricorda un comunicato inviato all'agenzia Zenit, distribuirà olio, farina, riso, zucchero, tè, pasta di pomodoro, carne in scatola e latte, e sta fornendo anche coperte e medicinali. La settimana scorsa, le Nazioni Unite hanno sospeso le spedizioni di aiuti, affermando che il Governo di Hamas ha immagazzinato centinaia di tonnellate di cibo. La Caritas ha lanciato recentemente un appello per raccogliere due milioni di dollari per finanziare un programma di sette mesi per fornire a 2000 famiglie di Gaza cibo, assistenza sanitaria e igienica e sostegno finanziario. Durante il conflitto, ha anche fornito assistenza medica agli abitanti della Striscia attraverso cinque postazioni mediche, una delle quali è stata distrutta da un attacco aereo israeliano. Al di là degli aiuti d'emergenza, Gaza avrà bisogno di una ricostruzione a lungo termine dopo gli attacchi, costati la vita a più di 1.300 persone. Le Nazioni Unite hanno affermato che l'operazione israeliana, durata tre settimane, ha lasciato due terzi dei residenti della Striscia senza mezzi, un terzo senza acqua potabile. Le strutture sanitarie non hanno più i medicinali di base. Le agenzie umanitarie stanno affrontando difficoltà nell'accedere a Gaza, visto che molti varchi sono chiusi e Israele sta imponendo restrizioni su chi può entrare nella zona. (R.P.)
lunedì 2 febbraio 2009
Dalla Radiovaticana: la Chiesa dello Srilanka
La Chiesa srilankese chiede pace e protezione per la popolazione civile tamil
LE ACLI AL WORLD SOCIAL FORUM DI BELEM
Roma, 29 gennaio 2009 - Ci sono anche le Acli al World Social Forum di Belem, in Amazzonia, dove sono riuniti in questi giorni e fino al 1 febbraio oltre 80mila persone provenienti da 150 Paesi del mondo, in rappresentanza di movimenti, organizzazioni, e reti sociali internazionali.
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani - che partecipano ai Forum Sociali Mondiali sin dalla prima edizione del 2001, a Porto Alegre - sono oggi presenti a Belem con una delegazione del dipartimento "Pace e Stili di Vita", composta da italiani e residenti, cooperanti, collaboratori, giovani del servizio civile, volontari dei progetti di cooperazione e sviluppo promossi in Brasile dalla propria organizzazione non governativa - Ipsia - a Recife e Salvador.
«Lavoriamo per la costruzione di un'economia solidale - spiega Alfredo Cucciniello, responsabile del dipartimento Pace e Stili di Vita - e lo facciamo realizzando progetti in Brasile come in Africa, ma soprattutto intessendo relazioni con persone, associazioni e organizzazioni della società civile internazionale, delle Chiese locali e delle missioni». La parola d'ordine è «globalizzare la solidarietà»: «Vogliamo rafforzare la speranza che uscire dalla crisi, costruire un'altra economia fondata non sul profitto di pochi ma sulla buona vita di tutti, governata da istituzioni rivolte davvero alla giustizia e al bene comune, non è solo un sogno, ma un processo già in atto. E il tempo di crisi può essere un tempo opportuno».
Tra gli impegni della delegazione delle Acli, i seminari della Caristas brasiliana sulla giustizia, il lancio del nuovo portale italiano dell'economia solidale "Zoes", la presentazione dell'edizione 2009 di "Terra futura", la fiera internazionale delle buone prassi di sostenibilità che si terrà a Firenze dal 29 al 31 maggio.
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