Una verità irrisolta

Una verità irrisolta
ispirazione quindi impegno

sabato 28 novembre 2009

OCEANIA/AUSTRALIA - Da un piccolo dono, un miracolo di solidarietà

Sydney (Agenzia Fides) – “Un piccolo dono natalizio può operare grandi miracoli”: è questo il leit-motiv della campagna di solidarietà che in Avvento caratterizzerà le Pontificie Opere Missionarie (POM) in Australia.
“I miracoli beneficeranno bambini, comunità e chiese nei paesi del Sud del mondo”, che hanno bisogno di gesti di solidarietà universale per sopravvivere, affermano le POM in una nota inviata all’Agenzia Fides.
“Con soli 20 dollari puoi aiutare un centro alimentare per i bambini di Baghdad; puoi fornire medicine a 53 bambini in Bangladesh; oppure aiutare l’assistenza a ragazzi disabili in Congo”, spiega il manifesto delle POM che sarà diffuso in Avvento in tutte le parrocchie, le scuole cattoliche e le associazioni del territorio australiano.
Le POM intendono offrire un orientamento cristiano al consumismo e alla prassi dei regali natalizi, per beneficiare fini e opere missionarie in tutto il mondo. I ragazzi e le persone che compiranno questa scelta, partecipando alla campagna delle POM, riceveranno una cartolina che esprime la gratitudine della comunità che ha ricevuto il dono e che testimonia come quel regalo natalizio sia stato impiegato e abbia portato frutti. Il motto che sovrintende questa campagna è “Vita per tutti”. (PA) (Agenzia Fides 28/11/2009 righe 26 parole 265)

Bolivia missionaria

AMERICA/BOLIVIA - Oggi lancio della Missione permanente a La Paz: una forte connotazione sulla formazione

La Paz (Agenzia Fides) – Un’altra città che entra nel clima missionario che sta vivendo tutta la Bolivia è La Paz. Oggi, 28 novembre, sarà infatti lanciata la Missione che guiderà il cammino della Chiesa locale per i prossimi due anni. Come spiega P. Mario Valda, Vicario Pastorale dell'Arcidiocesi di La Paz, dopo il lancio della Missione è prevista una fase di formazione che è destinata agli operatori pastorali della Chiesa. Il piano si compone di due fasi: la prima mira a formare i missionari in modo sistematico, quindi costoro dovranno a loro volta formare altri missionari nelle rispettive vicarie. Un lavoro analogo sarà fatto nelle parrocchie.
Questo cammino viene fatto ad un primo livello presso la Scuola di Formazione Arcivescovile dei Laici, con la partecipazione ai corsi di Cristologia, Ecclesiologia e Missiologia, tra gli altri. La seconda fase missionaria mira a raggiungere i gruppi parrocchiali e i movimenti apostolici. Per questo si darà particolare attenzione alla missione durante le omelie. Anche a tutti i parrocchiani si chiederà di dedicare una parte del loro tempo per la formazione.
P. Valda ha detto che alcune parrocchie hanno preparato delle schede di formazione in modo che i credenti, nelle loro case, possano riflettere sui temi riguardanti la missione. Nella stessa ottica, si propone di raggiungere i movimenti attraverso sussidi che permettano loro di riflettere sulla loro missione nell’ambito delle proprie celebrazioni e delle loro riunioni. Come ha spiegato il sacerdote, a questa fase di formazione segue la fase della Missione intensa, quando le persone formate cominceranno a visitare le famiglie. (CE) (Agenzia Fides 28/11/2009)

Oon

ASIA/TAILANDIA - La storia della giovane ambasciatrice del Centro Camilliano di Rayong, una tra le donne più longeve nate sieropositive

Rayong (Agenzia Fides) – In occasione della Giornata Mondiale dell’Aids, è pervenuta a Fides la testimonianza di una delle tante vittime del virus che ce l’ha fatta. Si tratta di Oon (Orapan) che all’età di 22 anni è diventata ambasciatrice del Centro Camilliano di Rayong, capace di raccontare la sua lotta e le sue speranze. Oon è arrivata al Centro all’età di 10 anni in AIDS conclamata, pesava poco più di 17kg, aveva già visto una decina di altri bambini perire in seguito della malattia. La ricerca, la tenacia e la fortuna di Padre Giovanni Contarin, camilliano, responsabile del centro per malati di Aids di Rayong, hanno premiato Oon che ha potuto avere per prima costosissimi farmaci, in seguito contrabbandati dall’India ed ora prodotti in Tailandia.
Dodici anni di lotta e di terapie l’hanno resa tra le donne più longeve nate sieropositive. Oon ha perso 4 anni di scuola, che poi ha recuperato con programmi fuori corso, rientrando normalmente all’età di 17 anni nella scuola per segretarie d’azienda che terminerà il prossimo anno. Ora vive nella casa chiamata “Independent Living” dove, con altri 22 giovani sieropositivi, si prepara all’indipendenza dell’età adulta, maturando una affettività e professionalità tali da poter formare una famiglia. Con la sua presenza e testimonianza, Oon rappresenta bambini e giovani, sia sieropositivi che malati di AIDS, e vuole raccontare i momenti difficili che ha passato, testimoniare il sostegno e l’amore che ha ricevuto, le speranze che ha sempre nutrito e ringraziare del costante aiuto finanziario dei benefattori al Centro Camilliano di Rayong. (AP )(28/11/2009 Agenzia Fides; Righe:22; Parole:274)

venerdì 20 novembre 2009

EUROPA/ITALIA - “Mio fratello è africano”: al via la nuova campagna di Medici con l’Africa Cuamm per il diritto alla salute delle popolazioni africane

Padova (Agenzia Fides) – Per «smettere di tapparci occhi e orecchie sulla sofferenza di un continente così vicino»: è con questo spirito, riassunto nelle parole di Niccolò Ammaniti, che volti noti del mondo della musica, dello spettacolo, dello sport e della cultura hanno aderito alla nuova campagna di comunicazione e sensibilizzazione sociale di Medici con l’Africa Cuamm presentata in anteprima nazionale a Padova. “Mio fratello è Africano” racconta molte cose. Dice innanzitutto, come dimostrano le ricerche sulla genetica e gli studi archeologici, che esiste una sola razza, quella umana, e che tutti proveniamo dallo stesso ceppo, originario dell’Africa. Dice che quel primordiale vincolo di sangue va sostanziato giorno dopo giorno nella pratica della solidarietà per ribadire il significato anche metaforico della parola “fratello”. Dice che la “prossimità” non ha alcuna relazione con la distanza e che essere fratelli, nel mondo contemporaneo e globalizzato, significa soprattutto condividere lo stesso destino, anche in luoghi molto lontani. Dice che quel fratello è “nostro” e ci assomiglia a tal punto che in fondo potremmo essere noi, se per accidente non avessimo avuto in sorte di nascere nella parte fortunata del mondo. Dice ancora che fare qualcosa per l’Africa, o meglio con l’Africa, è o dovrebbe essere un atto naturale, un’altra tappa verso lo sviluppo compiuto dell’umanità: significa, infine, fare qualcosa per noi.
«A nessuno è consentito umiliare i più poveri negando i diritti elementari, dichiara don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm. Dobbiamo abbattere il muro che spesso esiste dentro di noi e che separa il nostro mondo comodo e benestante da quello povero e nascosto del fratello africano. Abbattendo quel muro potremmo scoprire le ricchezze e le opportunità dell’incontro con l’altro. Potremmo sentirci incoraggiati, nelle nostre fatiche, da Tabita infermiera di Lugarawa (Tanzania), vedova con due bambini, capace di accoglierne altri due, abbandonati, appena dimessi dal reparto “malnutrizione” nel quale lavora. O dalla comunità di Moma (Mozambico) che, in tempo di carestia, ti dona una “galigna” come riconoscenza perché il “dottore cura i nostri bambini”. Piccole grandi storie che ci dicono che tutti, persone note e non, conclude don Carraio, possiamo fare qualcosa. L’importante è mettersi in ascolto». (AP) (20/11/2009 Agenzia Fides; Righe:30; Parole:379)

giovedì 12 novembre 2009

ASIA/CINA - Da 20 anni l’ospedale cattolico Yong Nian della diocesi di Han Dan è al servizio dei sofferenti: “una finestra dell’evangelizzazione”


Han Dan (Agenzia Fides) – L’ospedale cattolico Yong Nian, che oggi si trova nella giurisdizione della diocesi di Han Dan, in Cina continentale, festeggia 20 anni di assistenza ai malati e di testimonianza dell’amore cristiano attraverso il servizio sanitario. L’ospedale ha celebrato i suoi 20 anni di servizio nei giorni scorsi, con una Santa Messa di ringraziamento, la visita medica gratuita e altre iniziative per dimostrare come la Chiesa missionaria sia al servizio dell’uomo seguendo le orme del suo fondatore, Gesù Cristo. Definito “una finestra dell’evangelizzazione”, l’ospedale cattolico è gestito dai sacerdoti locali e dalle religiose della Congregazione dello Spirito Santo Consolatore. Nei suoi 20 anni di attività ha conquistato la fiducia della popolazione ed il consenso e l’ammirazione delle autorità locali, grazie al suo servizio qualificato, alla professionalità del personale e soprattutto allo spirito di amore e di dedizione cristiana che lo anima.
Nonostante l’intensissimo impegno medico e sanitario che l’ospedale richiede, le religiose e i sacerdoti non hanno mai trascurato la vita spirituale. Invitano spesso sacerdoti o missionari di Hong Kong o dall’estero per guidare la direzione spirituale sui temi sempre legati all’evangelizzazione in Cina. Inoltre si recano presso la Casa di Accoglienza degli Anziani o dei Bambini disabili ed abbandonati per offrire il servizio sanitario a domicilio. Inoltre le persone più disagiate, che magari sono state rifiutate da altri ospedali, qui hanno sempre trovato una buona e amorevole accoglienza. (NZ) (Agenzia Fides 11/11/2009 - righe 22, parole 221)

Libertà religiosa minacciata

ASIA/IRAQ - “Minoranze religiose sotto pressione e prive di libertà religiosa”, denuncia Human Rights Watch

Erbil (Agenzia Fides) – “Abbiamo documentato molti casi di intimidazioni e violenze da parte delle forze di sicurezza. Le comunità cristiane e altre comunità religiose versano in uno stato di evidente sofferenza. Per questo Human Rights Watch (HRW) ha ritenuto opportuno documentare e denunciare questa situazione. Anche la libertà religiosa, uno dei diritti umani fondamentali, non è garantita e le comunità hanno forti difficoltà a praticare il proprio culto”: è quanto dichiara in un colloquio con l’Agenzia Fides Joe Stork, vice direttore di HRW per il Medio Oriente, uno degli estensori del Rapporto “On vulnerable grounds” (“Su un territorio vulnerabile”) presentato e diffuso ieri dall’organizzazione.
Il documento evidenzia il conflitto esistente fra il governo centrale di Baghdad e il governo regionale del Kurdistan, che ha assunto forme molto violente, tanto da rendere preoccupante la situazione e da mettere in pericolo la vita delle minoranze etniche e religiose. Il Rapporto afferma che, in special modo nella regione di Ninive, si rischia “un’altra catastrofe dei diritti umani per le piccole comunità di minoranza”, facendo eco e documentando episodi di estrema violenza ai danni delle minoranze: si tratta di cristiani (550mila), yazidi (220mila), shabaki (minoranza etnica di circa 60mila persone), oltre che turcomanni e curdi kakai (comunità che pratica un culto sincretista). Queste minoranze – denuncia il Rapporto – “si ritrovano in una posizione sempre più precaria, mentre il governo centrale dominato dagli arabi e il governo regionale del Kurdistan lottano per il controllo dei territori contesi”.
Human Rights Watch accusa in particolare le forze curde di ricorrere “a detenzioni e arresti arbitrari, ad atti di intimidazione e in certi casi a violenze a bassa intensità contro le minoranze che sfidano il controllo del governo regionale sui territori contesi”. Sul versante opposto “elementi estremisti dell'insurrezione araba sunnita, che considerano queste minoranze come ‘crociati' e ‘infedeli’, hanno lanciato attacchi devastanti che hanno ucciso centinaia di civili”.
Gli attacchi contro i cristiani di Mosul, avvenuti un anno fa, hanno causato l’esodo di migliaia di cristiani dalla città. In tutto il paese la i cristiani presenti in Iraq, che erano oltre 900mila nel 2003, sono oggi 675mila, mentre circa il 20% dei profughi iracheni nei paesi confinanti è di religione cristiana.
L’organizzazione chiede al governo regionale del Kurdistan e al governo di Baghdad di compiere un’inchiesta imparziale e di fermare le violenze, garantendo il rispetto dei diritti umani per tutti i cittadini iracheni, qualsiasi sia il credo professato o l’etnia di appartenenza. (PA) (Agenzia Fides 11/11/2009 righe 27 parole 279)

Virus Hiv in Africa

AFRICA/ZAMBIA - In aumento i contagi del virus Hiv, occorre concentrarsi urgentemente nella prevenzione

Lusaka (Agenzia Fides) – Secondo le nuove stime del National AIDS Council, in Zambia saranno circa 82.700 i nuovi sieropositivi del 2009, in aumento rispetto agli oltre 70 mila del 2007. Lo Zambia HIV Prevention Response and Modes of Transmission Analysis del 2009 riporta che la percentuale dei nuovi casi di infezioni da Hiv si è stabilizzato, ma il numero totale dei nuovi contagi si sta incrementando in seguito all’aumento della popolazione. Sono 71 le nuove infezioni su 100 che si contraggono a causa di rapporti sessuali con partner diversi, mentre per le coppie fedeli si registra il 21% circa di contagi. Il paese sta affrontando una nuova e dura sfida per ridurre il tasso di infezione di questa pandemia che sta minacciando le fondamenta delle famiglie e dei matrimoni. Sebbene lo Zambia abbia registrato diversi successi nel programma per la prevenzione della trasmissione materno infantile (PMTCT), assicurando trasfusioni di sangue sicure, le autorità sanitarie raccomandano di concentrarsi urgentemente nella prevenzione futura con una campagna che non metta a repentaglio le famiglie. (AP) (11/11/2009 Agenzia Fides; Righe:16; Parole:179)

venerdì 6 novembre 2009

ASIA/INDIA - Fango e odio sulla Chiesa da parte del BJP per presunte “conversioni illegali di massa”: a Fides la risposta dei cristiani

New Delhi (Agenzia Fides) – Il Baratiya Janata Party (BJP), partito nazionalista indù che è attualmente all’opposizione nel governo federale indiano ma che governa diversi stati indiani, continua a gettare fango sulla Chiesa cattolica e sui cristiani in India, parlando di presunte “conversioni illegali di massa”, e instillando nell’opinione pubblica l’odio verso i cristiani, generatore di violenze e attacchi. E’ l’allarme lanciato, tramite l’Agenzia Fides, dalla Chiesa in Madhya Pradesh e Chhattisgarh, due importanti stati dell’India centrale, dove continuano a registrarsi violenze ai danni delle comunità cristiane.
In un colloquio con l’Agenzia Fides, p. Anand Muttungal, portavoce della Chiesa cattolica in Madhya Pradesh e Chhattisgar, segnala un inquietante episodio che ha destato preoccupazione e stupore nella comunità cristiana.
Il Presidente Nazionale del BJP, il parlamentale Shri Rajnath Singh, intervenendo di recente a un incontro pubblico a Bhopal (capitale del Madhya Pradesh), a cui erano presenti i leader di diverse religioni, ha tenuto un controverso discorso in cui ha stigmatizzato le “conversioni di massa realizzate illegalmente dai cristiani in India, specialmente nel Nordest”, che avrebbero portato, a suo dire, alla “conversione del 30% della popolazione tribale in Chhattisgarh e Jharkhand”. Secondo il leader, urge bloccare in ogni modo, anche cambiando la Costituzione, il fenomeno di “usare sistematicamente mezzi illegali per le conversioni di massa”.
La Chiesa locale contesta tali affermazioni false e non provate: “Se ciò fosse vero, sarebbe un brutto segnale per tutta la nazione, e sarebbe interesse dell’intero paese accertare fatti legati alle conversioni illegali”, dichiara a Fides p. Anand. “Occorrerebbe fare un rapporto alla polizia e deplorare tali conversioni”.
Ma il punto è un altro: “Si stanno usando gli slogan e il tema delle conversioni per puri motivi elettorali e per conquistare gli indù”, spiega a Fides il portavoce, che ha scritto una lettera ufficiale al Presidente del BJP. I frutti di questa campagna di odio, continua, sono sotto gli occhi di tutti: “In Madhya Pradesh chiese, centri di preghiera, istituti, individui cristiani sono soggetti ad attacchi brutali da parte di individui e gruppi integralisti”, sobillati da tali false voci. “E il governo non fa nulla per fermarli. Bisogna fermare e denunciare tali affermazioni infondate e inaccettabili”.
Il leader del BJP ha poi aggiunto, secondo un cliché dell’ideologia dell’Hindutva, che “gli stranieri stanno utilizzando la religione per infiltrarsi nella cultura indiana: c’è una reale minaccia alla sicurezza nazionale”.
La comunità cristiana risponde a tali affermazioni ricordando al BJP cosa fanno i fedeli e le istituzioni cristiane in India: “Serviamo la nazione con un vasto impegno nel campo dell’istruzione, della salute e dello sviluppo umano. Molti indù che sono, fra l’altro, nel BJP hanno ricevuto l’istruzione in strutture cattoliche. Vorremmo ricordare al BJP che la Costituzione indiana garantisce libertà di religione, libertà di pensiero e libertà di espressione : il che significa anche libertà di cambiare e abbracciare un’altra religione o ideologia”. (PA) (Agenzia Fides 6/11/2009

martedì 3 novembre 2009

Tragico episodio

AMERICA/STATI UNITI - Trovata uccisa nel suo convento suor Marguerite Bartz, da sempre appassionata per la giustizia e la pace

Saint Berard (Agenzia Fides) - Il corpo senza vita di suor Marguerite Bartz, 64 anni, delle Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e i Negri (SBS), con sede a Bensalem, Pennsylvania, è stato trovato nel suo convento di Saint Berard, nella zona dei Navajo, nel Nuovo Messico, domenica 1 novembre. Dal momento che la religiosa non era presente alla Messa domenicale, un collaboratore è andato a cercarla ed ha trovato il suo corpo. Secondo l’FBI, che sta indagando sulle circostanze della morte, la suora è stata assassinata nella notte tra sabato 31 ottobre e la mattina di domenica 1 novembre. La diocesi di Gallup per il momento non ha commentato questo tragico episodio in attesa dei risultati delle indagini. La religiosa era conosciuta per essere una donna da sempre appassionata della ricerca della giustizia e della pace.
Suor Marguerite era nata a Plymouth, Wisconsin, nel 1945. Entrata tra le Suore del Santissimo Sacramento (SBS) nel 1966, a Beaumont, nel Texas, aveva emesso i voti perpetui nel 1974. Aveva conseguito la laurea in Lettere presso la Xavier University di New Orleans ed anche un Master in educazione religiosa presso la Loyola University, a New Orleans. Per oltre 40 anni suor Marguerite è stata in missione in luoghi diversi: a Dorchester, Massachusetts; Lawtell, Louisiana; Guadalupe indiano a Peña Blanca, New Mexico; San Giuseppe in Laguna, New Mexico; Santa Caterina Indian School a Santa Fe, New Mexico. Dal 1999 era a Saint Berard, nella zona dei Navajo, in New Mexico. Le Suore del Santissimo Sacramento per gli Indiani e Negri (SBS) sono state fondate nel 1891 da Santa Caterina Drexel (1858-1955) per diffondere il messaggio evangelico e la vita eucaristica in mezzo agli Indiani e agli Afro-Americani. Attualmente 16 religiose di questo ordine realizzano la loro missione presso la Diocesi di Gallup. (CE) (Agenzia Fides 03/11/2009)

ASIA/CINA - La diocesi di Jing Xian ha accolto 3 nuovi sacerdoti in piena celebrazione dell’Anno Sacerdotale

Heng Shui (Agenzia Fides) – Oltre 1.500 fedeli della diocesi di Jing Xian (oggi Heng Shui), nella Cina continentale, hanno accolto i loro 3 nuovi sacerdoti, in piena celebrazione dell’Anno Sacerdotale e a chiusura del mese missionario. Alle 7 del mattino di mercoledì 28 ottobre, festa dei Santi Simone e Giuda, la parrocchia di Lian Hua Chi era già piena di fedeli, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides. Mons. Feng Xin Mao, Vescovo della diocesi, ha presieduto la solenne ordinazione presbiterale di don Wang Xiang Ming, don Xu Yong Qiang e don Gao Ai Jun. Hanno concelebrato una cinquantina di sacerdoti, mentre erano presenti anche una decina di diaconi, una quarantina di religiose della Congregazione diocesana di Nostra Signora del Buon Consiglio, 15 seminaristi maggiori e una novantina di seminaristi minori della diocesi. Tutti i presenti hanno ringraziato il Signore per il dono della vocazione sacerdotale e hanno pregato perché anche i seminaristi maggiori e minori possano illuminare con la testimonianza della loro vocazione il cammino dell’evangelizzazione della diocesi e di tutta la Cina.
“Tutto quello che ho avuto oggi è dovuto alla Grazia del Signore, all’Amore di Dio. Nessun ringraziamento basterebbe per tutto ciò”: così don Wang Xiang Ming, uno dei tre nuovi sacerdoti, si è espresso nella sua omelia durante la Prima Messa celebrata alle 10 e mezzo, subito dopo l’ordinazione, nel suo paese di origine, nella parrocchia di Dong Wang (Zhuang) davanti ad oltre 600 fedeli. Tredici sacerdoti hanno concelebrato con lui, assistiti da 3 seminaristi maggiori, 28 seminaristi minori e 22 religiose. Inoltre anche tantissimi non cristiani hanno voluto partecipare a quest’evento.
Con queste ultime ordinazioni la diocesi di Jing Xian conta oggi 38 sacerdoti. Secondo le statistiche presenti sul sito diocesano, aggiornate al 2006, la diocesi ha circa 30.000 fedeli, 2 Vescovi, una sessantina di religiose della Congregazione diocesana di Nostra Signora del Buon Consiglio, 30 seminaristi maggiori, 80 minori, 105 luoghi di culto (chiese, cappelle e luoghi di preghiera), un seminario preparatorio, un convento di religiose e 4 cliniche. (NZ) (Agenzia Fides 03/11/2009)