Una verità irrisolta

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giovedì 12 agosto 2021

I popoli indigeni brasiliani (agenzia Fides 12 agosto 2021)

 

AMERICA/BRASILE - I popoli indigeni denunciano il presidente Bolsonaro
 
Brasilia (Agenzia Fides) - Per la prima volta nella storia, i popoli indigeni si rivolgono direttamente al tribunale dell'Aia, con i propri avvocati indigeni, per combattere per i loro diritti.
Il Raggruppamento dei Popoli Indigeni del Brasile (Apib) ha presentato il 9 agosto (data nella quale si celebra la Giornata internazionale dei popoli indigeni) una dichiarazione alla Corte Penale Internazionale per denunciare il governo Bolsonaro per genocidio. L'organizzazione chiede che il procuratore del tribunale dell'Aia esamini i crimini commessi contro le popolazioni indigene dal presidente Jair Bolsonaro, dall'inizio del suo mandato, gennaio 2019, con un attenzione particolare al periodo della pandemia Covid-19.
Sulla base dei precedenti della Corte penale internazionale, l'Apib chiede un'indagine per crimini contro l'umanità (art. 7. b, h. k Statuto di Roma – sterminio, persecuzione e altri atti disumani) e genocidio (art. 6. B e c del Statuto di Roma – procurato gravi danni fisici e psichici e creato deliberatamente condizioni volte alla distruzione delle popolazioni indigene).
"L'Apib chiede un'inchiesta per crimini contro l'umanità e genocidio." Il fascicolo depositato è composto da denunce di leader e organizzazioni indigene, documenti ufficiali, ricerche accademiche e note tecniche, che dimostrano la pianificazione e l'esecuzione di una politica anti-indigena esplicita, sistematica e intenzionale guidata da Bolsonaro.
"Crediamo che vi siano atti in corso in Brasile che costituiscono crimini contro l'umanità, genocidio ed ecocidio. Data l'incapacità dell'attuale sistema giudiziario brasiliano di indagare, perseguire e giudicare queste condotte, denunciamo questi atti alla comunità internazionale, mobilitando la Corte penale internazionale", sottolinea Eloy Terena, coordinatore legale di Apib, si legge nella inviata a Fides dal Consiglio Missionario Indigeno (CIMI).
Per Apib, gli attacchi ai territori e alle popolazioni indigene sono stati incoraggiati da Bolsonaro più volte durante il suo mandato. I fatti che testimoniano il progetto anti-indigeno del governo federale vanno dall'esplicito rifiuto di delimitare nuove terre, a leggi, decreti e ordinanze che cercano di legalizzare attività invasive, provocando conflitti.
"Apib continuerà a lottare per il diritto dei popoli indigeni ad esistere nella loro diversità. Siamo popoli indigeni e non ci arrenderemo allo sterminio", sottolinea Eloy, che è uno degli otto avvocati indigeni che hanno firmato la dichiarazione.

Nella storia recente del Brasile sono stati denunciati diversi episodi di violenza contro i popoli indigeni, come riportato dal rapporto elaborato dal Consiglio Missionario Indigeno (CIMI) nel 2020 (Vedi Fides 1/10/2020).

lunedì 9 agosto 2021

Da Agenzia fides "Promuovere il giusto processo nel sistema dell'immigrazione" 9 Agosto 2021

 


AMERICA/STATI UNITI - "Promuovere il giusto processo nel sistema dell'immigrazione", chiedono i vescovi
 
Washington (Agenzia Fides) - Dinanzi l'annuncio del Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) di sottoporre alcune famiglie di migranti a procedure di allontanamento accelerato, un processo in base al quale i funzionari dell'immigrazione possono rapidamente, e in assenza di un'udienza, espellere i non cittadini sospettati di essere entrati di recente negli Stati Uniti senza ispezione, Mons. Mario E. Dorsonville, vescovo ausiliare di Washington e presidente del Comitato per le migrazioni della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti, ha rilasciato la seguente dichiarazione:
"A febbraio abbiamo accolto gli ordini esecutivi firmati dal presidente relativi alla rimozione delle barriere e al ripristino del giusto processo nel sistema dell'immigrazione legale. Un giusto processo equo è vitale per lo stato di diritto per prosperare in conformità con il bene comune, e non possiamo avere un sistema di immigrazione "equo, ordinato e umano" senza solide protezioni del giusto processo.
"Pertanto, invitiamo l'amministrazione a invertire la rotta sull'uso esteso delle espulsioni celeri, riesaminare l'uso delle autorità del titolo 42 e promuovere veramente il giusto processo, coerentemente con gli impegni passati. Rinnoviamo anche l'appello che ho rivolto in aprile ai miei fratelli vescovi lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, facendo eco a Papa Francesco: lavoriamo insieme come nazione per accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti secondo la loro dignità data da Dio. Consapevoli delle preoccupazioni per la salute pubblica, incoraggiamo politiche supportate da solide motivazioni scientifiche e ci opponiamo a quelle che hanno un impatto insopportabile su famiglie, bambini e altre popolazioni vulnerabili. Infine, elogiamo i recenti sforzi dell'Amministrazione per ampliare l'accesso alla vaccinazione per i migranti, che è fondamentale per limitare la diffusione di COVID-19".
La dichiarazione conclude con una preghiera: "In questo Anno di San Giuseppe, preghiamo perché il patrono delle famiglie interceda a favore delle famiglie migranti vulnerabili, in particolare di quelle che viaggiano con bambini e anziani".
Le espulsioni del titolo 42 sono rimozioni da parte del governo degli Stati Uniti di persone che sono state di recente in un paese in cui era presente una malattia trasmissibile . L'estensione dell'autorità per le espulsioni legate al contagio è stabilita dalla legge in 42 USC § 265 . Durante la pandemia di COVID-19 , l' amministrazione Trump ha utilizzato questa disposizione (sezione 265) per bloccare generalmente l'ingresso via terra per molti migranti. Il programma è stato continuato dall'amministrazione Biden
Dal 30 luglio, il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) ha iniziato un programma di rimpatrio di salvadoregni, honduregni e guatemaltechi con l'attuazione di voli di espulsione celere.
È opinione diffusa che l'uso di questa proceduta pregiudichi il giusto processo e impedisca l'accesso alle protezioni garantite sia dal diritto interno che da quello internazionale.
Secondo le statistiche del Dipartimento per la sicurezza interna degli USA, a giugno 2021, 62.309 salvadoregni sono stati trovati al confine meridionale degli Stati Uniti.
(CE) (Agenzia Fides 09/08/2021)

venerdì 6 agosto 2021

Un nuovo ambasciatore italiano al Cairo. È Michele Quaroni

 ROMA - Nella seduta del Consiglio dei ministri, il governo ha nominato una serie di nuovi ambasciatori, anche in sedi molto delicate. Il primo avvicendamento è quello dell’ambasciatore Giampaolo Cantini, che per 4 anni è stato rappresentante d’Italia al Cairo. Il suo sostituto sarà l’ambasciatore Michele Quaroni, che oggi è numero due alla rappresentanza presso la Ue. La sede egiziana è molto delicata perché i rapporti fra Italia ed Egitto in questi anni sono stati segnati dal caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ritrovato morto al Cairo nel 2016 e per il quale la Procura di Roma ha messo sotto inchiesta alcuni poliziotti egiziani.


Mercoledì sera il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha avuto una telefonata con il suo collega egiziano Shukri, in cui lo ha aggiornato del suo recente viaggio in Libia, ha affrontato il tema del golpe di Tunisia e poi la “tutela dei diritti umani” in Egitto, che è la formula che la Farnesina adopera per ricordare la questione Regeni.

Oltre al nuovo ambasciatore in Egitto, sono stati scelti nuovi capimissione in Turchia, Iraq, Guinea e Congo. Ad Ankara l'ambasciatore italiano sarà Giorgio Marrapodi; in Iraq arriverà Maurizio Greganti, in Guinea Stefano Pontesilli e in Congo Luigi Diodati.